Arrivano i primi effetti della pace ritrovata tra Saipem e Gazprom, dopo l’accordo stragiudiziale che alla vigilia di Pasqua ha sancito la fine del braccio di ferro legale per la rottura del contratto South Stream. Saipem ha annunciato ieri la firma di un accordo preliminare con JSC GazpromNeft Moscow Refinery, e di un contratto con Idc (Infrastructure Development and Construction) per un valore complessivo di circa 500 milioni di euro.
L’accordo preliminare in Russia prevede l’esecuzione di una nuova Unità di recupero di zolfo all’interno della raffineria di Mosca di GazpromNeft, sussidiaria del colosso russo. La firma del contratto definitivo è prevista entro la fine del secondo trimestre 2019, così come concordato dalle parti nelle condizioni e termini generali del contratto incluse nell’accordo stesso.
Il contratto EPC in Serbia riguarda invece la progettazione e la costruzione di un gasdotto di circa 150 chilometri e l’ingegneria della annessa stazione di compressione. L’estate scorsa, alla società italiana di servizi e ingegneria petrolifera era già stato assegnato lo studio di fattibilità del gasdotto, valore stimato in circa 30 milioni di euro. Il contratto Epc (Engineering, procurement, construction) firmato ieri dovrebbe valere circa 150 milioni di euro.
Lo scorso 18 aprile si era risolto amichevolmente l'arbitrato fra Saipem e Gazprom su South Stream, avviato nel 2015 in seguito alla cancellazione unilaterale del contratto per la realizzazione del gasdotto. Al contractor italiano era stata affidata la realizzazione della porzione offshore dell'opera. Il progetto era però stato accantonato per la crisi in Crimea
Le prime vere prove di avvicinamento tra Saipem e Gazprom risalgono all’estate scorsa, quando il colosso russo ha assegnato alla società guidata da Cao lo studio di fattibilità per realizzare un nuovo gasdotto per il trasporto del gas in Serbia, Ma a favorire un accordo ha contribuito anche un altro aspetto: il realismo di Gazprom, che ha svalutato, a seguito di un impairment test, il contratto relativo a South Stream per circa 800 milioni, mettendo in conto un esito non positivo dell’arbitrato.
«Oggettivamente stanno ripartendo le opportunità negoziali che vedono Gazprom e le sue controllate come controparte», aveva annunciato l'ad di Saipem Stefano Cao, specificando che come contropartita risarcitoria ci sarebbe potuta essere la realizzazione di una pipeline in Serbia.