Guarda anche alle imprese europee e non soltanto francesi il fondo d'investimento franco-cinese lanciato dalla China Investement Corporation (Cic) assieme a Bnp Paribas ed Eurazeo. Il veicolo che vede la partecipazione del fondo sovrano cinese avrà una potenza di fuoco iniziale di 400 milioni di euro. C'è però l'impegno per un'ulteriore iniezione di 250 milioni di euro, con un massimo del 25% per le tre aziende e apertura ad altri sottoscrittori.

Il fondo, frutto degli incontri dello scorso anno tra i due capi di Stato, Emmanuel Macron e Xi Jinping, punta ad aziende intenzionate ad espandersi nella Repubblica popolare, in particolare nei settori dell'industria avanzata, dei servizi, dei beni di consumo, della sanità.

Lo scopo è quello di facilitare le operazioni e gli sviluppi in Cina per le imprese nel quale in fondo investirà. Qualcosa del genere si muove anche in Italia. Nel corso di "Esperienze da e per la Cina - Idee per rilanciare il business", il primo programma televisivo che è stato co-prodotto e co-condotto con diretta live simultanea dagli studi di Beijing e da quelli di Milano di due canali, la televisione cinese China Global Television Network e ClassCnbc, Jiang Xu, country Head Italy di Bank of China ha ricordato l'intenzione di Cic di dar vita a un fondo industriale sino-italiano.

La costituzione del nuovo veicolo d’investimento congiunto era stata annunciata nel corso del secondo Belt and Road Forum ad aprile dello scorso anno. Già a gennaio si era parlato di un nuovo fondo di investimenti con una dotazione di 1 miliardo di euro destinati al finanziamento di investimenti di aziende italiane nel mercato cinese. Secondo informazioni raccolte da classxhsilkroad.com la  controparte di Cic, come nel caso francese, è privata. L’identikit è quello di fondo di private equity, con una forte vocazione a operazioni in ambito industriale. Lo schema prevede comunque che sia sempre la parte italiana a gestire il veicolo. 

Nelle ultime settimane ci sarebbero stati contatti per individuare i manager più adatti. Ma secondo quanto si apprende ci sarebbero ancora divergenze  tra la parte cinese e quella italiana sui profili più adatti per ricoprire l'incarico e gestire al meglio il veicolo. (riproduzione riservata)