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Azienda Finanza

Cina, dalla Pboc regole più severe sui salvataggi bancari

Per l'Istituto centrale affinché si intervenga le banche dovranno avere asset tali da coprire il debito. Altrimenti lo Stato interverrà soltanto dopo un'attenta valutazione delle ricadute sulla stabilità del sistema finanziario. Intanto a ottobre le esportazioni cinesi sono aumentate dell'11,4% rispetto all'anno precedente


09/11/2020 12:41

di Mauro Romano - Class Editori

settimanale
Yi Gang, governatore della Banca centrale cinese

La PboC mette paletti stringenti ai salvataggi (bailout) bancari. Affinché si intervenga, gli istituti in difficoltà dovranno avere asset tali da coprire il debito. Altrimenti la banca centrale cinese interverrà soltanto dopo un'attenta valutazione delle ricadute sulla stabilità del sistema finanziario nel suo complesso.

Le autorità di Pechino stringono quindi le maglie per scongiurare rischi che mettano a repentaglio il quadro economico, tanto più in un contesto di alto indebitamento. La nuova strategia è stata indicata dalla People's bank of China nell'ultimo rapporto sulla Stabilità finanziaria.

Le preoccupazioni nascono anche dall'intervento resosi necessario lo scorso anno per salvare dalla bancarotta la Baoshang Bank e Bank of Jinzhou, che aveva visto il suo rapporto di prestiti in sofferenza improvvisamente balzare al 6,9% a giugno dall'1% di due anni prima, ed erogato prestiti ai propri azionisti, che in seguito hanno incontrato difficoltà finanziarie.  I revisori contabili si sono dimessi, indicando segni di frode. Sempre lo scorso anno la Hengfeng Bank con sede nella provincia dello Shandong, ha ricevuto l'ok a un piano di ristrutturazione che prevede il sostegno del governo provinciale.

“Continueremo a prevenire e mitigare i rischi finanziari, intervenendo per colmare le lacune del sistema regolatori e rinforzando la responsabilità di tutte le parti coinvolte”, si legge nel documento della PboC. Il rapporto è stato diffuso quando erano trascorsi appena pochi giorni dalla decisione di congelare la maxiquotazione da 34 miliardi di Ant Group, la società fintech costola del colosso dell'e-commerce Alibaba.

Le autorità di regolamentazione hanno osservato con diffidenza la rapida crescita di Ant in alcuni settori, preoccupate che potesse diventare troppo grande nel caso di una fusione. Invece di utilizzare il proprio denaro per concedere prestiti, Ant funge adesso da agente per le banche, avvicinando queste ultime a singoli mutuatari o a piccole imprese che altrimenti non sarebbero in grado di raggiungere.

Appena pochi giorni prima dell'ipo le authority hanno presentato una nuova bozza di regolamentazioni per le società attive nel settore della microfinanza online. Tra le misure proposte vi è un maggiore requisito di capitale per i prestiti e controlli piu' stringenti sui prestiti oltre i confini provinciali.

Come riporta la rivista economico-finanziaria Caixin, nel primo trimestre del 2020 la PboC ha testato 30 istituti medio-grande. Secondo uno scenario di base con crescita del Paese all'1,5% i capital adequacy ratio degli istituti scende da 15,07% a 13,12% e ben un terzo della banche ha fallito il teso.Nello scenario peggiore, con l'economia in calo del 2,9% soltanto 9 banche su 30 hanno superato il testo. Va meglio guardando alla liquidità: passa il test il 94,9% degli istituti nello scenario bas e il 91% nel quadro peggiore.

Intanto  a ottobre le esportazioni cinesi sono aumentate dell'11,4% rispetto all'anno precedente, più rapidamente delle aspettative del mercato, poiché la domanda globale ha continuato a riprendersi. Secondo i dati diffusi sabato, le importazioni sono invece cresciute del 4,7% su base annua i in rallentamento rispetto a un aumento del 13,2% a settembre e inferiore alla crescita dell'8,3% prevista dagli economisti intervistati. Il surplus commerciale della Cina si è attestato a 58,44 miliardi in ottobre. (riproduzione riservata)


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