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Il Mef difende i ritardi nell'invio del Pnr a Bruxelles

Il documento attende l'ok del Parlamento, spiegano fonti del Tesoro, che definisce ambiziosa la scelta di presentare un piano di riforme post-Covid


20/07/2020 17:38

di Mauro Romano

Mef

Il ministero dell'Economia tenta di far chiarezza in merito all'invio a Bruxelles del piano nazionale di riforme. Da ieri infatti circola sui social una tabella nella quale l'Italia figura come l'unico Paese dei 27 a non aver ancora formalizzato il documento alla Commissione europea. Per i critici una sponda ai timori del premier olandese Mark Rutte nel ritenere poco affidabile il Paese. Fonti del Tesoro buttano però acqua sul fuoco. 

L'emergenza sanitaria ha spinto il ministro Roberto Gualtieri a mettere a punto il documento separatamente dal Def approvato in primavera. Il Consiglio dei ministri ha quindi licenziato il Pnr lo scorso 6 luglio  Il testo "è ora in Parlamento in attesa di essere discusso, passaggio formale obbligatorio prima dell’invio in Europa, anche se informalmente la Commissione europea lo ha già, fin dal momento della sua approvazione" precisano da Via XX Settembre.

L'Italia, ricordano ancora dal Mef  ha deciso di avvalersi della possibilità concordata in Europa di non approvarlo assieme al resto del Def per evitare di varare un documento pre-Covid di scarso contenuto informativo e insufficiente respiro strategico. Il Pnr tiene quindi contro della discussione in atto sul Recovery and Resilience Fund e include principi che saranno elaborati nel prossimo piano per la ripresa da presentare alla Ue per accedere alle risorse del Recovery .

"La scelta dell’Italia di presentare un Pnr post-Covid che fungesse da base per il Recovery Plan è quindi non solo legittima dal punto di vista delle regole europee, ma anche ambiziosa. Se l’Italia si è distinta, in questo caso lo ha fatto in positivo", conclude il Mef. (riproduzione riservata)


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