Il declino del business degli smartphone di Huawei sotto il peso delle sanzioni statunitensi ha lasciato un vuoto nel mercato, che adesso sta cercando di riempire un altro gigante tecnologico cinese. Xiaomi è diventato infatti il nuovo re degli smartphone cinesi. Sempre più consumatori - dall’India alla Francia - stanno acquistando i suoi dispositivi, a differenza di Huawei che invece continua a perdere clienti. Xiaomi è stato il terzo più grande venditore di smartphone al mondo alla fine del 2020, dietro Apple e la sudcoreana Samsung.
La società di Pechino ha presentato ieri i dati del trimestre, registrando vendite in aumento in più regioni, con una crescita delle spedizioni di telefoni in Europa occidentale del 57% e un aumento del 52% nella Cina continentale. Il fatturato dell’intero anno è aumentato di oltre un quinto e la società non ha per nulla intenzione di fermarsi: «Abbiamo ancora molto spazio per svilupparci», ha detto ai giornalisti il presidente Wang Xiang. La rinascita di Xiaomi segna un ritorno in auge per l’azienda di Pechino.
Fondata nel 2010 dall’imprenditore Lei Jun, Xiaomi ha impiegato solo cinque anni per raggiungere la vetta del mercato cinese degli smartphone vendendo alla classe emergente cinese di consumatori connessi a Internet. I gadget economici ma dal design elegante dell’azienda si sono diffusi nelle case di tutta la Cina e hanno fatto rapidamente breccia nella vicina India.
A febbraio intanto voci di mercato raccolte dal giornale economico Caixin davano per imminente l'ingresso di Xiaomi nel settore dell'auto elettrica che quest'anno dovrebbe arrivare a vendere 1,8 milioni di unità con un aumento del 40%, secondo Xu Haidong, vicecapo della Caam, l'associazione dei costruttori di auto.
Lei Jun, il fondatore di Xiaomi, in passato ha mostrato particolare interesse nel settore delle auto elettriche, anche visitando la Tesla di Elon Musk.
Nel 2019, tra l'altro, la compagnia - secondo quanto spiega Caixin - è stata tra i promotori della startup Xpeng per la produzione dell'auto elettrica, che gode anche del sostegno di Alibaba Group. (riproduzione riservata)