Dopo i cambi di management, Marelli si appresta a cambiare anche azionista di controllo. Secondo attendibili voci di mercato, il gruppo nato nel 2019 dall'integrazione tra Magneti Marelli, storica azienda italiana della componentistica auto e parte di Fca (ora Stellantis) e la giapponese Calsonic Kansei (entrambe in portafoglio a Kkr) è finito nel mirino di Motherson Group, big indiano della componentistica automotive.
Quest'ultimo sarebbe a una fase molto avanzata di trattative con Kkr per acquistare il gruppo in un deal che, qualora dovesse concretizzarsi, spingerà il colosso indiano direttamente nella top ten delle società globali del segmento. Al momento, comunque, il condizionale è d'obbligo anche perché l'esclusiva non sarebbe stata ancora firmata, ma non è escluso che possa essere concessa nel giro di qualche settimana, con l'obiettivo di finalizzare il deal entro i primi giorni di giugno.
I due gruppi si conoscono da tempo, considerando le due joint venture che Motherson Group ha avuto sia con Magneti Marelli sia con Calsonic Kansei per la produzione di sospensioni, illuminazione automobilistica e sistemi Hvac (heating, ventilation and air conditioning, ovvero riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell'aria) in India. Inoltre per Motherson il deal si inserisce in un contesto di forte attività di m&a, come dimostrato dalle 29 acquisizioni condotte tra Cina, Messico e Turchia solo dall'inizio della pandemia, alle quali si aggiungono le trattative con altre sei aziende tra cui appunto Marelli.
A inizio anno il gruppo in portafoglio a Kkr ha avviato un forte processo di ristrutturazione del debito, dopo aver registrato passività totali per 8,2 miliardi di dollari a fronte di un fatturato di oltre 11 miliardi di dollari (quasi quanto quello di Motherson Group), che ha portato in primis alla nomina di David Slump in qualità di ceo al posto di Beda Bolzenius, che ha lasciato il suo ruolo di presidente e ceo dopo quattro anni.
A inizio marzo, poi, il gruppo ha chiesto aiuto a Nissan Motors per acquistare parte del magazzino e impegnandosi con nuovi ordini, mentre con Mizuho Bank e altri finanziatori avrebbe intavolato una trattativa per allungare il periodo di grazia relativo ai pagamenti del debito in essere (alcune decine di miliardi di yen) che scadeva proprio a fine marzo.
L'intero gruppo Marelli impiega circa 58 mila persone e opera con 170 impianti in tutto il mondo e centri di Ricerca e Sviluppo in Asia, America, Europa e Africa. La pandemia ha però creato numerosi problemi, tanto da aver costretto il gruppo ad avviare il processo di ristrutturazione, piano che prevedeva anche un taglio di oltre tremila posti di lavoro e la chiusura di alcune sedi, interessando diversi impianti in Giappone, Italia e Francia. Eventualità però che potrebbe anche essere fugata grazie all'arrivo del nuovo acquirente. (riproduzione riservata)