Una forma di tax free per i turisti extra Ue alternativa e complementare al tax refund. Vatlynx sta sviluppando uno strumento dedicato al mondo del retail che mutua una struttura fiscale già utilizzata dall’e-commerce B2B. L’idea della start-up bolognese è di una piattaforma di checkout per un pagamento senza iva e che coniughi un servizio di logistica e la gestione di pagamenti digitali.
Il sistema è semplice. Quando i clienti extraUe entrano in un negozio possono fare acquisti senza pagare l’Iva e senza dover per forza dover compilare i documenti per il rimborso. La merce viene a sua volta spedita nel Paese di destinazione (Vatlynx ha siglato un accordo con Fedex e si può avvalere di un centro di smistamento a Hong Kong), senza che il cliente debba preoccuparsi delle procedure doganali. Come per l’e-commerce, il costo della merce tiene inoltre conto di eventuali dazi.
“Ciò permette di svincolare i clienti big spender dai limiti fisici del bagaglio personale, permettendo l’acquisto di più prodotti. Allo stesso tempo, rende possibile ai turisti l’acquisto di prodotti di alto peso-volume, non trasportabili normalmente di persona”, spiega a Class Editori il cofondatore e ceo di Vatlynx, Filippo Chili, “con il nostro sistema rendiamo inoltre tax free prodotti che per ragioni di limiti minimi di spesa sono esclusi dal tax refund, come ad esempio l’aceto”.
Il sistema fiscale ideato da Vatlynx ha già ricevuto il via libera dell’Agenzia delle Entrate. La start-up è ora impegnata nel test del software, una fase che dovrebbe concludersi in novembre, in contemporanea con un nuovo round di finanziamento.
La clientela cinese è uno dei target di riferimento. Basti pensare che i cinesi rappresentano circa il 40% dei consumatori del mercato tax free, con trend in crescita. Per questo la società bolognese ha avviato una partnership con Dislux, aziende cinese che opera nel mercato del lusso e che ha sviluppato una piattaforma e-commerce esclusivamente B2B, dedicati ai buyer asiatici.
Vantlyx ha intenzione di posizionarsi sulla fascia alta della clientela, quella con elevata possibilità di spesa, e del prodotto. Dai test finora condotti è emerse una spesa media nel settore moda di oltre 2.000 euro. La start-up, in collaborazione con Dislux sta inoltre pensando iniziative di vendita mirate sul mondo retail, coinvolgendo gruppi ristretti come possono essere dipendenti di grandi aziende cinesi o altri appuntamenti dedicati ai buyer. Il secondo filone di spesa è rappresentato invece dal food e dal vino.