Il trasporto di container via mare segna record senza precedenti. Il Freightos Baltic Index ha rilevato un’impennata dai 2 mila dollari necessari a novembre per spedire un container da 40 piedi (Feu) dall’Asia verso l’Europa settentrionale, agli oltre 7.800 necessari a gennaio. Livelli simili a quelli rilevati per le spedizioni verso il Mediterraneo, al momento oltre i 7.900 dollari. A livello globale, l’indice rileva come il costo medio delle spedizioni anno su anno sia passato dai 1.549 dollari di fine gennaio 2020 ai 4.071 dollari richiesti in media oggi, +162,81%.
Le rilevazioni di società di analisi come Xeneta e Platts Container hanno addirittura rilevato tariffe oltre i 10 mila dollari. Secondo il Financial Times, la scarsità di container alla base degli aumenti di prezzo è da imputare alle migliaia di container rimasti bloccati tra Europa e Stati Uniti durante i lockdown della prima metà del 2020, situazione che ha finito per congestionare la logistica globale bloccando nei porti centinaia di navi, con una ripartenza nella seconda metà dell’anno che ha poi innescato l’attuale impennata dei prezzi.
Un’analisi pubblicata dalla società di ricerca Sea-Intelligence ha in parte ridimensionato questa ricostruzione: dopo l’iniziale riduzione delle capacità di carico della prima metà dell’anno, sono state messe in servizio navi di maggiore capacità di carico così da compensare le partenze cancellate. Sea-Intelligence stima l’incremento del 30% anno su anno, nelle rotte tra Asia e costa occidentale del Nord America, con un recupero tra agosto e ottobre per le tratte verso Europa e Mediterraneo.
A segnare un picco inatteso a gennaio è anche il trasporto di materie prime effettuato da navi portarinfuse, o dry bulk, che trasportano commodity come carbone, minerali di ferro o sementi. L’indice S&P Global Cape T4, che misura le tariffe per le navi portarinfuse oltre le 150 mila tonnellate, definite capesize e caratterizzate da grandi dimensioni che non permettono di attraversare i canali di Panama e Suez, ha raggiunto il record trimestrale di 23.908 dollari al giorno il 12 gennaio, contro livelli stagionali solitamente ben più bassi negli anni precedenti.
I fenomeni atmosferici e le condizioni meteorologiche avverse possono provocare ritardi nelle operazioni di carico, riducendo la capacità operativa con conseguenze sui prezzi. A trainare il settore è l’interesse cinese per la fornitura di minerali di ferro provenienti da Brasile e Australia, e i segnali di crescita per il primo trimestre potrebbero anticipare risultati incoraggianti per il resto dell’anno. Secondo Peter Sand, chief shipping analyst dell’associazione marittima internazionale Bimco, «il 2021 sarà un anno in grado di infrangere i record per le spedizioni dry bulk, sia in termini di tonnellate sia di tonnellate per miglia, con la domanda ben oltre il passo dell’offerta.
Tuttavia, non si risolverà la questione della sovraccapacità che affligge da tempo il settore e non è un ostacolo che scomparirà solo per via di un nuovo anno o perché il vaccino è in arrivo». Quel che è possibile rilevare, in ogni caso, è il peso cinese nelle importazioni globali di materie prime su navi dry bulk, che passa dal 44,7% del 2019 al 48,5% del mercato 2020 delle tonnellate miglia trasportate a livello globale.
Le tendenze della logistica e del trasporto marittimo possono non risultare immediatamente accessibili, ma esistono alcuni Etf in grado di tastare il polso alle performance del settore. Il primo è il Breakwave Dry Bulk Shipping (Bdry), con asset in gestione per 27,4 milioni di dollari, e che dall’inizio dell’anno ha segnato una crescita del 47,14%, riflettendo l’andamento stellare delle tariffe capesize, tramite il tracciamento trimestrale di future su specifici indici che misurano i prezzi delle spedizioni con navi portarinfuse.
Più in generale, per tenere sotto controllo l’andamento dei trasporti c’è l’iShares Transportation Average (Iyt), che monitora una serie di azioni nel settore statunitense dei trasporti con asset per 1,66 miliardi di dollari e una crescita del 3,1% dall’inizio dell’anno e un rendimento del 14,24% nel 2020. Vale la pena tenere sotto controllo anche due Etf della famiglia Spdr: l’S&P Transportation (Xtn), un paniere che contiene 43 diverse azioni del settore dei trasporti ed è il più diversificato nel comparto.
Ha asset per 492,49 milioni di dollari e ha messo a segno un progresso dell’11,73% nel 2020. Infine, l’S&P Kensho Smart Mobility: ha un patrimonio di 170,23 milioni di dollari e nel 2020 ha registrato una crescita dell’83,68%. (riproduzione riservata)