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Contromosse cinesi alle minacce tariffarie di Trump

Shein, colosso del fast fashion che produce nella Cina meridionale, starebbe incentivando i propri fornitori a trasferire la produzione in Vietnam, paese al riparo, per ora, dalle manovre protezionistiche americane. Avrebbe offerto prezzi di acquisto superiori del 30%, secondo fonti americane


12/02/2025 18:03

di Alice Prosperi - Class Editori

settimanale
Il fast fashion di Shein, prezzi da 5 a 25 dollari

Inizia la ricerca di soluzioni da parte di Shein alle misure di Donald Trump. Particolarmente colpito dall'introduzione dei dazi del neo presidente sulle importazioni dalla Repubblica popolare, il colosso del fast fashion con sede a Singapore starebbe chiedendo ad alcuni dei suoi principali fornitori di abbigliamento in Cina di spostare parte della loro produzione in Vietnam, stando a quanto riportato da Bloomberg. Le trattative per l'operazione, che sarebbe in corso da mesi, si starebbero intensificando con l'offerta di numerosi incentivi, come la proposta di prezzi di acquisto al rialzo fino al +30%.

L'azienda cerca infatti di attenuare l'impatto della politica tariffaria punitiva di Trump che, oltre ai dazi del 10% sulle importazioni provenienti dal Paese asiatico, include anche l'eliminazione di un'esenzione storica dai dazi per i pacchi di basso valore, la cosiddetta regola de minimis. Una misura sulla base della quale business come quelli di Shein, ma anche di Temu, hanno da sempre basato la loro attività nel mercato a stelle e strisce. Entrambe la società, già da qualche giorno, avrebbero iniziato a ricevere richieste dai corrieri logistici di prepagare un extra del 30% sul valore dei beni venduti nel mercato americano, sebbene non sia ancora chiaro quando la misura sarà ufficialmente in vigore.

A fronte di questo, dunque, la società starebbe offrendo incentivi ai produttori cinesi per aprire nuove linee di produzione in Vietnam, anche ordini garantiti di maggiore volume, tempi di produzione più lunghi, supporto nella costruzione degli impianti e nel trasporto dei tessuti dalla Cina al Vietnam. Tuttavia, questi incentivi saranno temporanei, coprendo solo i primi mesi dell'operatività dei fornitori. E non è chiaro neanche se i fornitori ridurranno la loro capacità produttiva in Cina una volta attivate le nuove fabbriche in Vietnam. Le trattative sarebbero ancora in una fase iniziale e un portavoce di Shein avrebbe inoltre negato la volontà dell'azienda di aumentare la produzione in Vietnam, senza fornire ulteriori dettagli. (riproduzione riservata)


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