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Fashion, è scattata la nouvelle vague tra gli stilisti cinesi

Un'inchiesta di Milano finanza Fashion tra gli addetti ai lavori per raccontare i nuovi designer dalla Repubblica Popolare. La nouvelle vague è rappresentata tra gli altri da ShuShu/Tong, Uma Wang, Sankuanz e Shang Xia. Nel 2021 il Dragone guiderà la ripresa fashion con incrementi tra il 10% e il 30%, secondo McKinsey


17/12/2020 13:22

di Alice Merli - Class Editori

settimanale
Uma Wang, pioniera degli stilisti cinesi nouvelle vague

La nouvelle vague creativa viene dalla Cina, che passa dal ruolo di primo piano come consumatore finale, a quello di fucina di brand e stilisti. MFF ha lanciato un’inchiesta tra gli addetti ai lavori per stilare i nomi dei designer cinesi più amati nella madrepatria e all’estero dove si stanno facendo strada.

Su questo fenomeno si sono accesi i riflettori una settimana fa  con l’ingresso di Exor, finanziaria della famiglia Agnelli, che con Hermès accompagnerà Shang Xia nella sua prossima fase di sviluppo. Ma non c'è solo l'interesse dei grandi investitori. Il report di McKinsey «The State of Fashion 2021» registra che gli stipendi della popolazione stanno aumentando e i produttori cinesi possono ora concentrarsi sulla domanda interna.

Su cui spicca un nuovo consumatore esigente, digitalizzato, che si sta muovendo di pari passo a una generazione cool di brand, alcuni storici, altri emergenti. Le vendite cinesi nel secondo trimestre del 2020 sono già tornate ai livelli del 2019 e sono stimate in crescita dal 10 al 30% nel 2021. In uno scenario più ampio, il segmento dellamoda potrà mettere a segno il suo recupero nel terzo trimestre del 2022, sempre con la Cina in testa con vendite dal 5 al 10% in incremento nel 2021 sul 2019.

«I consumatori cinesi esercitano una notevole influenza sui marchi. Allo stesso modo l’estetica, le vestibilità e i colori delle collezioni si sono adattati ai loro gusti. La pandemia sta accelerando questo processo: se prima essi facevano shopping a Milano, ora non potendo più viaggiare acquistano nelle boutique locali», ha spiegato a MFF Emanuele Pedrotti, partner di McKinsey & company responsabile della practice Apparel, fashion & luxury per il Mediterraneo. «Quindi anche l’esperienza di acquisto, che prima era influenzata dalla location occidentale, oggi si nazionalizza». Questo porterà a una migrazione verso est del mondo del lusso e anche il design ne farà parte. E la moda worldwide si prepara ad abbracciare quella nuova generazione cinese di creativi che MFF ha identificato.

Uma Wang, la pioniera. Dal lancio della sua etichetta omonima nel 2005, Uma Wang ha presentato le collezioni in passerella alle settimane della moda di Londra, Parigi e Milano, assicurandosi al contempo una presenza fissa alla Shanghai fashion week. Gli ordini globali del marchio aumentano del 30-50% ogni anno. Prodotto in Italia, Wang è presente anche in diverse boutique di Londra, Milano e New York, insieme a circa 100 punti vendita in tutto il mondo.

Annakiki by Anna Yang, tra futuro e tradizione. Dal 2017, Annakiki, label indipendente ideata da Anna Yang, è entrata a far parte della Milan fashion week. L’etichetta, che sostiene il multiculturalismo e unisce tradizione a un visione futurista, oggi ha studi e uffici stampa tra la capitale meneghina, Los Angeles e Shenzhen. La distribuzione è concentrata principalmente in territorio cinese o attraverso e-commerce a livello internazionale.

Angel Chen, icona della new wave cinese. Attiva tramite 40 retailer a livello internazionale, come Lane Crawford, Selfridges, Luisaviaroma, 10 corso Como e Dong Liang, Angel Chen con la sua label fa parte di una new wave di young designer cinesi. Chen ha partecipato alla settimana della moda milanese grazie all’International designer exchange program 2017, sfilando anche a Londra e New York. La stilista ha lavorato con celebrità del calibro di Taylor Swift, Bella Hadid e Chris Lee.

Feng Chen Wang, guida designer emergenti. Basata a Londra, Feng Chen Wang è un brand di menswear fondato dalla stilista eponima. Ha debuttato alla settimana della moda di New York per la primavera-estate 2016 ottenendo una nomination per l’Lvmh prize, partecipando alla Lfwm-London fashion week Men’s tre anni dopo. Ha collaborato con marchi come Levi’s e Converse. Disponibile in Cina, Giappone, Corea del Sud e Taiwan, ma anche da 10 corso Como, Harvey Nichols, Lane Crawford e molti altri.

Yang Li, moda virale. Basato a Londra, è direttore creativo dell’omonima etichetta Yang Li, nata nel 2010. Dopo una formazione maturata insieme a Gareth Pugh e Raf Simons, ha debuttato con la collezione donna a Parigi per l’a/i 2013 e tre anni dopo con il menswear. Nel 2018 ha presentato il suo rivoluzionario automatic show, dove i modelli erano personaggi dello spettacolo come Asia Argento, Ali Michael, Ruby Aldridge, Rossy de Palma e Irina Shnitman, che da diverse città hanno dato vita grazie a post su Instagram, a una sfilata virale e istantanea.

Susan Fang, design e produzione green. Ha lanciato il suo brand nel 2017, focalizzato sull’innovazione nei tessuti, design e produzione sostenibile. Fang è stata selezionata per Forbes 30 Under 30 2019 e 2020, oltre che per l’Lvmh prize. Tra i distributori si contano Browns, Farfetch, Net-a -porter, Selfridges e Dover street market London.

ShuShu/Tong by Liushu Lei e Yutong Jiang, amati dalla Generation Z. ShuShu/Tong, basato a Shanghai, è creato da Liushu Lei e Yutong Jiang nel 2015. Al centro della propria ricerca, il duo della GenZ ha messo lo stile femminile e un’estetica audace. I capi hanno conquistato Lane Crawford sin dalla loro prima stagione, mentre la stocklist è in crescita in tutto il mondo, da Dover street market, Opening ceremony fino a 10 corso Como.

Samuel Guì Yang, lìapproccio olistico. Samuel Yang ha dato vita al Samuel Guì Yang design studio, basato a Londra e Shanghai, nel 2015. La sua visione creativa, che nasce dalla collaborazione con lo svedese Erik Litzén, si fonda su un approccio olistico e sostenibile, con un mix di riferimenti storici e contemporanei cinesi e occidentali.

Sankuanz by Shangguan Zhe, tra arte e street. Shangguan Zhe ha lanciato il marchio di menswear Sankuanz nel 2008, presentando la sua prima collezione a livello internazionale nel 2013. Lo stilista, profondamente influenzato dalla cultura pop, unisce frammenti di arte contemporanea all’abbigliamento sportivo vintage e uniformi, reinterpretando l’abbigliamento maschile con una voce ribelle. Tra i mercati in cui è presente ci sono il Nord America, Francia, Germania, Cina e Giappone.

Pronounce, Yushan Li e Jun Zhou, co-lab con Diesel. Pronounce è stata fondata da Yushan Li e Jun Zhou nel 2016. Il guardaroba maschile moderno e sofisticato, unisce Oriente e Occidente. Il duo, con sede a Milano e Shanghai, presenta le collezioni di abbigliamento maschile alla Lfw-London fashion week dalla p-e 2018. Tra le sue recenti collaborazioni, figura quella con Diesel, marchio del gruppo Otb di Renzo Rosso, dalla quale è nata una collezione di 18 pezzi di denim e ready-to-wear, presentata in anteprima a gennaio 2020. Pronounce è anche il primo brand cinese ad essere invitato a sfilare a Pitti immagine uomo a Firenze.

Rico Manchit Au, minimalista. Ha lanciato il brand Ricostru nel 2011, in un mix di stile minimalista e futuristico. Dopo aver partecipato ad alcuni importanti appuntamenti internazionali come il progetto On Stage promosso da Milano unica e The Woolmark company nel 2015, il marchio presenta da diverse stagioni la propria collezione a Pechino e da tre sfila all’interno della settimana della moda di Milano, rappresentando uno dei nomi emergenti più interessanti e innovativi della nuova generazione di stilisti contemporanei cinesi.

Liu Wei, Liu Yang e Guo Pei, al top per Xinhua News Agency/Ceis. Liu Wei e Liu Yang hanno vinto il più alto China fashion award, mentre Guo Pei (nella foto) ha una grande influenza a livello internazionale». Liu Wei, unisce la cultura tradizionale a una mano tecnologica, mentre Liu Yang ha fondato nel 1996 la Guangdong Liu Yang artistic creation ottenendo diversi premi nella sua carriera, tra cui il China fashion designers Golden award. Guo Pei invece ha dato vita alla sua etichetta nel 1997 insieme all’atelier. Il 2015 ha segnato una svolta importante quando Rihanna ha scelto di indossare uno dei suoi capi al Met Gala, inaugurando la mostra del museo China: Through the looking glass. Un anno dopo ha debuttato alla settimana dell’haute couture di Parigi. (riproduzione riservata)


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