Una tradizione artigianale che da oltre 115 anni dà vita, nella bottega fiorentina su Ponte Vecchio, a pezzi di gioielleria unici. È nello storico laboratorio annidato sotto il Corridoio Vasariano che dal 1903 maestri orafi e gemmologi condividono la propria visione firmata Fratelli Piccini, una visione che ancora oggi viene tramandata da Elisa Tozzi Piccini, quarta generazione della famiglia fondatrice.
«Al momento siamo focalizzati su gioielli estremamente sartoriali e ci stiamo infatti concentrando sulla cura del servizio personalizzato al cliente. La richiesta del gioiello bespoke sta crescendo in maniera organica e questo ci spinge a investire in questo campo», ha raccontato a MFF Elisa Tozzi Piccini che ha preso le redini dell’azienda nel 2013. «Diamo grande importanza alla rivisitazione dei pezzi cult del nostro archivio storico. I miei esercizi creativi con pietre insolite accostate a materiali non convenzionali sono l’essenza della mia visione del gioiello contemporaneo».
Il mercato di riferimento della maison sono tradizionalmente gli Stati Uniti, oltre all’Italia, all’area europea e al mercato cinese in via di sviluppo, ma fondamentale resta il legame con il patrimonio culturale di Firenze. Di recente la griffe ha infatti prestato le proprie creazioni di alta gioielleria per il maxi evento di due giorni di Dolce&Gabbana andato in scena nel capoluogo toscano a inizio settembre, ma le donazioni e i finanziamenti per il restauro di opere d’arte della città risalgono ai primi anni Novanta.
«Nell’immediato continueremo a sostenere fondazioni benefiche sul nostro territorio, oggi necessarie più che mai, ma sicuramente in un futuro prossimo la nostra strada incontrerà ancora quella del mondo dell’arte e del patrimonio della nostra città. È parte del nostro Dna», ha spiegato Elisa Tozzi Piccini. È stato istituito nel 2017, invece, il Premio Armando Piccini, un concorso di design del gioiello nato dal desiderio dell’imprenditrice di avvicinare i giovani talenti all’arte orafa. «La formazione per noi è fondamentale, rappresenta la spina dorsale del nostro mestiere. L’impegno deve essere costante e anche quest’anno, nonostante le difficoltà, siamo riusciti a promuovere la seconda edizione in collaborazione con il Politecnico di Milano e con Oma-Osservatorio di mestieri d’arte. La premiazione dei vincitori dovrà purtroppo svolgersi online», ha concluso. (riproduzione riservata)