Il vaso bianco con le decorazioni floreali blu su fondo bianco “non si tocca”, nemmeno in Cina dove hanno tentato di copiarlo. È il simbolo, praticamente in tutto il mondo, dell’amarena Fabbri che nasce in Emilia e da 116 anni è uno dei must del food “veramente made in Italy”. Made in via Emilia, per l’esattezza e lo hanno stabilito, senza alcun dubbio, anche i giudici della Corte del Popolo Cinese.
La Fabbri 1905, azienda alimentare bolognese specializzata nel settore dolciario, ha vinto una causa commerciale per concorrenza sleale. Il vaso blu in ceramica di Faenza non si può “clonare”. La " Yi Pai Chocolate" e la "Beijing Jin Mai Xing Long Food" avevano tentato di copiare la confezione.
L’amministratore delegato di Fabbri 1905, Nicola Fabbri, da decenni più che attento al mercato cinese dove la ditta di famiglia è sbarcata nel 1999, ha deciso di dare battaglia citando in giudizio i ladri di proprietà intellettuale. L’avvocato Lara Gualdi del Foro di Bologna e lo studio cinese HFG Law Firm hanno esposto il caso di concorrenza sleale nel 2019 alla Corte del Popolo del Distretto di Shanghai Yangpu.
Da qualche mese una sentenza riconosce «l’alta reputazione del nome e del packaging». Nel caso dell’amarena Fabbri non era possibile, nemmeno secondo i giudici cinesi, non aver mai sentito parlare del marchio e nemmeno che in Cina il prodotto non era “famoso” tra i consumatori. È amatissima tutta la linea di prodotti Fabbri 1905. I giudici hanno scritto nero su bianco nella sentenza che non si può copiare “il famoso decoro faentino blu e bianco” creato dal ceramista faentino Riccardo Gatti da un’idea del bolognese Angelo Minghetti per si ispirò ai vasi da farmacia.
Dalla sentenza è ripartita la crescita con Fabbri China, società con sede a Shanghai, che oltre all’amarena distribuisce ingredienti per gelati artigianali e sciroppi professionali, rifornendo catene di ristorazione. La Cina rappresenta il 3-4% dei ricavi ed è una delle sedi più organizzate con una trentina di persone. Un mercato che si può sviluppare ancora molto.
Alla Fabbri sanno bene che il consumatore cinese è molto curioso e dinamico e sa apprezzare la qualità. Il gusto amarena, che poco più di vent’anni fa era considerato troppo simile “allo sciroppo per la tosse,” è il terzo più diffuso nel segmento dei gelati a stecco.
All’inizio del secolo scorso era solo la "Premiata distilleria Fabbri" una bottega aperta da Gennaro Fabbri, nel Ferrarese. Nel 1915 la moglie di Gennaro, Rachele Buriani, creò la ricetta della "Marena con frutto" e il marito, come regalo, portò sul bancone il famoso vasetto che diventò il marchio distintivo dell’azienda.
Oggi Fabbri 1905 è una holding a controllo famigliare che esporta oltre 1.300 prodotti in più di 100 nazioni, per un fatturato vicino ai 90 milioni di euro (circa il 50% realizzati in Italia), era a 55 milioni nel 2012. Lo sguardo è oltre la pandemia per puntare con decisione verso la boa dei 100 milioni.
La Fabbri 1905 che mantiene il quartier generale a Bologna è focalizzata su cinque settori principali: largo consumo, horeca, gelateria artigianale, pasticceria artigianale e industria alimentare con i prodotti divisi in 17 linee differenti e 23 linee dedicate al confezionamento. Una “fabbrica, laboratorio, scuola” per pasticceri e gelatai di tutto il pianeta.
“Un’azienda ambasciatrice del gusto italiano, capace di distinguersi per i suoi prodotti di qualità e di proiettarsi sui mercati internazionali”. Con questa motivazione la giuria del Premio Qualità Italia del Comitato Leonardo – Italian Quality Committee ha consegnato il riconoscimento alla presenza del Presidente della repubblica Sergio Mattarella.
Un riconoscimento, l’ennesimo, per una storia d’impresa iniziata in una piccolissima bottega. Ora i dipendenti in Italia sono 165 e un centinaio all’estero, due stabilimenti a Bologna (Anzola dell’Emilia) e Buenos Aires, l’azienda produce su 17 linee e benché abbia il sostanziale monopolio dell’amarena in sciroppo (83% dichiarato nel mercato del largo consumo) è riuscita ad allargare lo spettro di attività.
Oltre a Nicola e Carlotta in azienda lavorano Stefania, consigliere delegato, sezione acquisti (la figlia di Andrea, morto nel 2018: era il fratello di Paolo, che oggi presiede Fabbri 1905), anche Federico (Fabbri Argentina), Pietro (Fabbri Brasile), Giovanni (logistica). E Fabio, 26 anni, commercialista, esperienze in EY e Ferrari, «l’ultimo a entrare prima del lockdown, (ha iniziato il settennato di apprendimento). Non c’è Fabbri senza i Fabbri. (riproduzione riservata)