«Va molto bene in Giappone, che per noi rappresenta circa il 25% delle vendite, siamo a segno positivo addirittura sull’anno scorso, e in Cina, dove siamo al pari dell’anno scorso. Soffriamo sicuramente un po’ in Europa e in America». Renzo Rosso, patron di Otb, prorietaria fra l'altro del brand Diesel, è ottimista sulla tenuta del mercato fast fashion.
«Globalmente stiamo venendo fuori meglio di quello che pensavamo, perché siamo al di sotto del 20% e parlo già di stime di fine anno. Però, tendenzialmente, penso che potremmo fare ancor meglio».
Nell’ultimo esercizio di Otb group ha superato 1,5 miliardi di euro di ricavi, in crescita del 6,4%.
Domanda: In Asia funziona il fenomeno revenge spending? Farà nuovi investimenti?
Risposta: In questi paesi tutto ha segno positivo. Siamo alla ricerca di nuove aperture, stiamo pensando a nuovi contratti, vi stupirò con effetti speciali con qualcosa che stiamo mettendo a segno nell’area di Shanghai. Stiamo facendo operazioni direttamente sulla Cina.
D. Quali valori ha toccato la crescita di Diesel nell’online?
R. Solo ad agosto abbiamo avuto picchi di incremento del 50%. Questo numero, ovviamente è frutto di un lavoro incredibile del Crm-Customer relationship management. Quindi l’aspetto più positivo di tutto quello che sta succedendo è che stiamo dialogando sempre di più con il consumatore finale.
D. Quanto pesa l’e-commerce sulle vendite totali?
R. Solamente nel canale diretto, con Diesel siamo al 15,5%, però se sommiamo Zalando, Luisaviaroma e i canali che fanno online, le vendite di Diesel in questo momento superano il 30% del totale. Abbiamo fatto un lavoro veramente eccezionale su quel versante.
D. I tessuti antibatterici hanno un futuro nel settore moda?
R. Certamente sì, stiamo portando avanti la ricerca e lo sviluppo. Si pensi che i capi che abbiamo preso dai nostri magazzini e abbiamo lavato con prodotti antibatterici sono andati quasi sold-out, quindi stiamo facendo un lavoro bestiale sul trattamento dei tessuti. E sulle collezioni nuove che stanno per uscire abbiamo messo a segno tanti nuovi concetti proprio in questa direzione.
D. Il Made in Italy come sta reagendo? A fine lockdown si parlava di sostenere l’indotto del sistema moda…
R. Lo Stato non ha ancora pagato la cassa integrazione, almeno nelle nostre aziende. Tutta questa catena integrata, che noi stiamo finanziando. Essendo un’azienda solida ci possiamo permettere di pagare in anticipo tutte queste strutture e di tenerle in vita. Perché, se non le teniamo in vita, dove vanno? Una volta che chiudono, non riaprono più.
D.Se le cose andranno come vi aspettate, settembre 2021 potrebbe essere la data di inizio dell’uscita da questo tunnel?
R. Mi auguro di sì, spero di sì. Potenzialmente, quando inizierà la vera riapertura, quindi pensiamo tra un anno, il nostro gruppo dovrebbe uscirne solidificato perché ha tenuto in piedi una struttura che, anche se non è sua, è come fosse sua. (riproduzione riservata)