Spunta anche il gruppo cinese Wanda, sostenuto dal presidente della Lazio Claudio Lotito, tra i pretendenti interessati alla partita dei diritti tv della Serie A. Fino al 27 luglio ci sarà tempo per presentare offerte vincolanti da parte dei fondi interessati a investire nella media company della Lega in cui dovrebbero confluire i diritti televisivi per i prossimi 10 anni.
Servirà, così, un weekend di ulteriore riflessione sia ai vertici della Confindustria del pallone, il presidente Paolo Dal Pino e l’ad Luigi De Siervo, ma soprattutto ai presidenti dei club del massimo campionato, in particolare a quelli più attivi sul dossier, ovvero Lotito, Aurelio De Laurentiis (Napoli) e Paolo Scaroni (Milan), per trovare l’eventuale quadratura del cerchio sulla partita che definirà, con ogni probabilità, la svolta del business televisivo della Serie A.
In corsa, come noto, ci sono sette potenziali investitori: Cvc (affiancato da Rothschild della quale Scaroni è vicepresidente), Wanda, appunto, il colosso guidato da Wang Jianling, alleato al fondo Fortress (consulente, in questo caso, è Marco Bogarelli, già ai vertici di Infront), Bain Capital (assistita da Mediobanca e Nomura), Advent, General Atlantic, Tpg e Apollo.
Il piatto è ricco: l’investimento per detenere una partecipazione del 15%, ma c’è chi, tra i fondi, punta a ottenere fino al 25% per avere maggiore peso nella governance. E, secondo indiscrezioni, i più agguerriti in tal senso sono Cvc, il primo soggetto a presentarsi e a mettere sul piatto 2,2 miliardi, Wanda-Fortress, Advent e Bain che in tal senso ha rafforzato il team di consulenti. La strategia, come già raccontato da MF-Milano Finanza, prevede che tutti i fondi si starebbero orientando verso il finanziamento esterno di una società (o di un canale) che resterebbe controllato al 100% dalla Lega. Mentre le offerte potrebbero poi prevedere un minimo garantito annuo per i club, stimato in circa 1,5 miliardi.
Ovviamente, la sfida è sui capitali da investire e sul ritorno potenziale dell’investimento. Anche perché più di player del private equity veri e propri questo progetto di cartolarizzazione dei diritti tv serve un fondo specializzato in operazioni di questa natura.
E se De Laurentiis ha avanzato un progetto differente - un canale della Lega finanziato dai fondi - l’idea principale resta quella di creare la media company. Una società che poi avrebbe bisogno di un provider produttivo e distributivo. E qua vorrebbe giocarsi le sue carte la cordata Wanda-Fortress, grazie anche al supporto di Bogarelli che ha l’expertise e le strutture per garantire questo servizio.
Va detto, infine, che comunque resta sempre valida la pista che porta all’asta tradizionale dei diritti tv con Sky e, in seconda battuta, Dazn interessate. E con lo spettro Amazon che aleggia. (riproduzione riservata)