Firenze si propone ad Alibaba come sede italiana di AliExpress. Ad anticipare possibili città concorrenti è stato il sindaco Dario Nardella, con l'intento di intercettare da subito la svolta "glocal" che il gruppo fondato da Jack Ma intende imprimere alla piattaforma business-to-consumer che permette a i consumatori di tutto il mondo di acquistare direttamente nella Repubblica popolare da distributori e produttori.
“Ho avuto un colloquio molto positivo e fruttuoso con il numero uno di AliExpress" ha spiegato il primo cittadino del capoluogo toscano all'emittente locale Rtv38, "investiranno moltissimo in tutta Europa e ho proposto Firenze per portare qui il loro quartier generale, so che il gruppo cinese ci sta pensando seriamente". Aggiungendo che un eventuale insediamento sarebbe "un’occasione straordinaria per creare occupazione".
Il riferimento del politico Pd è all'apprezzamento per le piccole e medie imprese nazionali del direttore generale di AliExpress, Wang Mingqiang. In una recente intervista il top manager ha parlato della possibilità di fare dell'Italia un hub delle vendite nell'arco dei prossimi 5-10 anni. Wang si ripropone di creare un mercato di e-commerce locale nella penisola, capace però di estendersi in tutto il mondo. La piattaforma punta ad arrivare in Italia ad almeno 100 mila venditori.
Benché lo stesso Wang abbia fatto riferimento all'attenzione dimostrata da Firenze e da Nardella, sulle dichiarazioni del sindaco l'azienda non si esprime. "Non commentiamo indiscrezioni. Abbiamo regolarmente incontri e colloqui con i rappresentati di Stati e regioni in tutto il mondo. Al momento non abbiamo alcun annuncio da fare", commentano da AliExpress rispondendo a una richiesta di chiarimenti di Class Xinhua Silk Road.
L'espansione europea del gruppo guidato da Daniel Zhang prosegue. A dicembre il Belgio è stato il primo Paese del Continente ad aderire alla Electronic World Trade Platform (eWTP), la piattaforma e-commerce globale lanciata nel 2016 in occasione del G20 ospitato dalla Cina, quando già iniziavano a soffiare i venti del protezionismo, appena evocati dall'allora soltanto candidato alla Casa Bianca, Donald Trump. Nell'ambito del'accordo il braccio logistico di Alibaba, Cainiao, prenderà in concessione un'area di 220mila metri quadri nell'aeroporto di Liegi, con un investimento iniziale di 75 milioni di euro.
Eventuali sviluppi potrebbero però risentire delle politiche di protezione dei dati adottate dall'Unione europea con lo stringente regolamento entrato in vigore lo scorso anno. A detta dello stesso Jack Ma, gli europei sarebbero infatti "troppo preoccupati" per la tutela della privacy. Il ragionamento del tycoon cinese è: almeno che non si capisca veramente la tecnologia, un'eccessiva supervisione sulle imprese rischia di rendere tutto più difficile. L'esempio positivo portato da Ma è l'Africa, Continente che , ha detto citato dal settimanale economico-finanziario Caixin, "crede nella tecnologia".