Sullo scacchiere dell'automotive, il maggire settore industriale a livello globale, il governo italiano sta conducendo trattative con la casa automobilistica cinese Chery Auto nel tentativo di attirare il gruppo a produrre in Italia, secondo fonti citate da Reuters. L'Italia vuole a tutti i costi un altro produttore di auto sul territorio nazionale oltre a Stellantis. Evidentemente la presenza del gruppo guidato da Carlos Tavares non è considerata sufficiente a garantire quel livello produttivo necessario a non mandare in crisi l'intera filiera automotive.
L'obiettivo del governo italiano, ambizioso, sarebbe di portare la produzione nazionale di auto in Italia a circa 1,3 milioni di veicoli all'anno, il che equivale a un aumento di più del 70% rispetto ai 750 mila del 2023. L'esecutivo, già da prima della scorsa estate, sta trattando e discutendo con Stellantis, che al momento è l'unico vero grande produttore di auto in Italia, per far produrre al gruppo di Tavares un milione di auto l'anno entro il 2030. Numeri che non si vedono da prima del 2018.
Il ministro dell'Industria, Adolfo Urso, ha più volte dichiarato che l'Italia sta cercando un secondo produttore per aggiungere prima possibile circa 300 mila veicoli alla produzione nazionale. Se le trattative avranno successo, Chery sarebbe tra i primi produttori automobilistici cinesi ad avere una presenza manifatturiera europea, intensificando la concorrenza con i produttori locali tradizionali nel settore dei veicoli elettrici. Tra i candidati, però, ci sarebbero anche Tesla e almeno altre tre case automobilistiche cinesi, i cui rappresentanti hanno visitato l'Italia lo scorso anno per valutare potenziali investimenti.
Ieri intanto il secondo produttore mondiale dopo Toyota, Vw, ha fatto sapere la sua sui programmi di investimento, soprattutto in Cina e sulle previsione di sviluppo del mercato nell'anno in corso.
Per il 2024, Volkswagen prevede una crescita del mercato auto globale del 3%. A livello di regioni, l`Europa è attesa in crescita del 4% e il gruppo conta di confermare la propria quota di mercato. Gli Stati Uniti dovrebbe crescere del 4% e l`obiettivo è di aumentare la quota, mentre in Cina le stime sono di +2% con la previsione di perdere quote di mercato. "Ci aspettiamo di crescere negli Usa e di difendere la posizione in Ue mentre in Cina potremmo perdere ancora qualcosa, sopratutto nell'elettrico", ha detto il Cfo Antlitiz.
Guardando avanti "il futuro è elettrico", ha puntualizzato Antlitz. "Svilupperemo le auto termiche (Ice) per accompagnare la transizione, ma non abbiamo cambiato la nostra strategia. Monitoriamo la situazione soprattutto per quanto riguarda la capacità di produzione delle batterie che potremmo ridimensionare se necessario". Al momento però le elettriche "hanno un impatto diluitivo sui margini di gruppo. L`obiettivo è lanciare nuovi modelli per aumentare la quota di mercato e migliorare i margini. Il margine di Volkswagen nel 2024 è stato del 6-7%, l'obiettivo è di arrivare all'8%.
Volkswagen ha chiuso il 2023 con un utile in crescita del 13% a 17,9 miliardi di euro e un dividendo in aumento a 9 euro e completa la parte più difficile della propria ristrutturazione prevista nel piano Top-10 Program. Piano che procede più velocemente del previsto e prevede investimenti per 170 miliardi di euro al 2029. Il 2024 sarà un anno record per lanci di nuovi modelli, almeno 30 seguiti da altri 25 nel 2025 sfruttando la nuova piattaforma elettrica Ppe e per investimenti che raggiungeranno il picco per poi scendere verso l'obiettivo dell'11% dei ricavi al 2027.
"Abbiamo chiuso l`anno con risultati solidi e abbiamo completato l`opera di "pulizia". Per il 2024 siamo fiduciosi, sarà un anno record per lancio di nuovi modelli e per investimenti. Un anno fondativo per gettare le basi per tornare a crescere a ritmo sostenuto nel 2025", ha detto il ceo Oliver Blume. (riproduzione riservata)