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Industria

Iveco (Cnh)-Faw: richiesta bipartisan del golden power

L'interessamento del gruppo cinese per il produttore di camion e i furgoni scatena le richieste al governo di fare ricorso ai poteri speciali. Preoccupano le eventuali ricadute occupazionali e sul sistema manifatturiero italiano. Iveco Defence rientra nel perimetro dei settori strategici della difesa nazionale. Il senatore Alfonso Urso prospetta l'intervento di Cdp


27/01/2021 14:40

di Mauro Romano - Class Editori

settimanale
Uno dei veicoli di Iveco Defence

Diventa un caso politico l'interesse dei cinesi di Faw Jiefang per Iveco, il brand di Cnh, controllata dalla Exor della famiglia Agnelli. Non è soltanto la sinistra di LeU a chiedere di valutare se sia il caso di utilizzare il golden power per porre condizioni all'eventuale accordo. "Un’eventuale vendita del gruppo italiano determinerebbe tanti rischi dal punto di vista occupazione e per una parte importante del nostro sistema manifatturiero, oltre al fatto che Iveco è impegnato nel processo di elettrificazione dei camion e nel progetto sull’idrogeno", ha ribadito il deputato Guglielmo Epifani, già segretario generale della Cgil e leader del Pd.

"L’Italia rischia così di perdere un pezzo di innovazione anche perché non c’è nessuna certezza che una volta acquisita la rete commerciale, il know how l’azienda cinese non sacrifichi poi il paese nel quale sono intervenuti. L’Italia non può permetterselo e per impedire di perdere un pezzo importante forse è il caso di utilizzare uno strumento che il governo si è dato: la golden power”.

Cnh Industrial aveva confermato all'inizio di questo mese di aver riavviato le trattative per vendere la maggioranza del gruppo italiano di furgoni, Iveco, al gruppo automobilistico cinese, Faw, sulla base di una nuova offerta.

La richiesta di golden power arriva anche dal fronte opposto, dal senatore di Fratelli d'Italia, Adolfo Urso, con un'interpellanza ai ministri dello Sviluppo economico e della Difesa. Nelle scorse settimane Cnh Industrial ha confermato di aver riavviato le trattative per vendere la maggioranza del gruppo italiano di furgoni. La trattativa con il gruppo cinese ha come oggetto la produzione degli autobus e dei camion, in particolare, sia quelli prodotti nello stabilimento di Suzzara (Mantova), vale a dire, il "Daily", sia quelli prodotti nello stabilimento di Brescia, vale a dire gli "Eurocargo"; per un altro verso, la possibile acquisizione di una quota di FPT industrial, divisione motori, presente a Torino e a Foggia, ricorda l'interrogazione. 

Faw, che ha sede a Changchun e produce camion pesanti con il suo marchio Jiefang e vuole espandersi al di fuori della Cina nei prossimi due anni, ha messo sul piatto un'offerta migliore e vuole acquisire tutte le attività di veicoli commerciali di Iveco, inclusi camion e autobus, nonché una quota di minoranza nella sua divisione motori FPT, ha precisato a Reuters una fonte. Un investimento che aiuterà il marchio Jiefang ad accedere al mercato internazionale dei veicoli commerciali. 

I timori vanno però all'eventuale interessamento per Iveco Defence, che occupa circa un migliaio di dipendenti e investe in tecnologia per la difesa tra il 6 e l'8% dei ricavi.  "Ritenuto che la Iveco rappresenta un'importate realtà del sistema industriale italiano, e, in particolare, la Iveco Defence per il settore strategico della difesa nazionale, e, pertanto, appare necessario un immediato intervento al fine di evitare la cessione di tali società a gruppi integralmente stranieri, anche in ragione dell'importanza strategica per il sistema della difesa nazionale", spiega Urso nell'interrogazione. In tal senso sarebbe forse "necessario predisporre l'intervento di Cassa depositi e prestiti se Cnh intendesse comunque procedere alla vendita del gruppo Iveco", chiude l'interpellanza. Preoccupazioni che si fanno strada anche in casa M5S. 

"La trattativa tra Cnh Industrial, che è la capogruppo di Iveco, e la cinese Faw, è già attenzionata dal governo, in particolare dal ministro Patuanelli, che proprio in questi giorni ha risposto in Aula a un'interrogazione parlamentare", ha spiegato il capogruppo del M5s in commissione Difesa della Camera, Giovanni Luca Aresta, nel ricordare che il dossier ha diversi punti da tenere sotto osservazione. (riproduzione riservata)


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