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Industria

L'anno nero dell'auto tedesca in Cina con perdite di oltre 10%

La peggiore è stata Porsche con -28%, seguono Bmw con un calo del 13,4%, Mercedes con - 7% e Audi -11%. Per il marchio premium del gruppo Volkswagen, che ha venduto 1,67 milioni di veicoli nel 2024, c’è uno storico smacco: il sorpasso da parte di Elon Musk con la sua Tesla


13/01/2025 19:07

di Andrea Boeris - Class Editori

settimanale
Detlev von Platen, responsabile commerciale di Porsche

La crisi dell’auto che ha colpito la Germania è tutta in questi numeri: le principali case tedesche di fascia premium nel 2024 hanno subito una contrazione delle vendite, tra mercato europeo e soprattutto quello cinese (il più importante per loro), che in alcuni casi è arrivata a superare il 20%. Una débacle dovuta a una domanda più debole del previsto per quanto riguarda le auto elettriche, ma non solo.

Se Bmw lo scorso anno ha registrato un calo delle vendite complessive del 2,3% (del 4% contando anche i marchi Mini e Rolls-Royce), Mercedes e Porsche hanno subito una flessione del 3%, mentre Audi ha fatto segnare un -12%. E per il marchio premium del gruppo Volkswagen, che ha venduto 1,67 milioni di veicoli nel 2024, c’è uno storico smacco: il sorpasso da parte di Elon Musk con la sua Tesla, che ha consegnato 1,79 milioni di veicoli l’anno scorso.

In Cina le vendite di Bmw hanno subito un calo del 13,4%, mentre in Germania la flessione è stata del 5,3%. Anche Mercedes ha registrato un calo significativo, con una riduzione del 7% sul mercato cinese e del 9% in quello tedesco. Audi, invece, ha riportato perdite ancora più marcate: -11% in Cina e -21% in Germania. E la Cina è il vero problema anche di Porsche, con il brand di lusso che o scorso anno ha venduto 56.887 auto nel Paese, il 28% in meno.

Nonostante il mercato automobilistico cinese, che è il più grande al mondo, abbia continuato a crescere anche se di poco nel 2024, le case straniere, dotate però di gamme di veicoli elettrici meno competitive rispetto ai produttori locali, hanno perso terreno rispetto ai marchi concorrenti cinesi specializzati esclusivamente sull’elettrico. Inoltre, la combinazione tra guerra dei prezzi in atto e gli incentivi governativi per rottamare i veicoli a combustione e sostituirli con modelli più ecologici ha stimolato la domanda di auto elettriche cinesi, a scapito dei modelli stranieri.

In Germania, poi, la domanda di auto è tuttora decisamente più bassa rispetto ai livelli pre-pandemia. Nel 2024 sono stati venduti circa 2,8 milioni di veicoli sul mercato tedesco, con un calo dell’1% rispetto al 2023 ma che vale ancora un -25% rispetto al 2019. A soffrire sono state in particolare le vendite di auto elettriche, scese del 25% rispetto all’anno precedente, mentre quelle di modelli ibridi sono cresciute del 12%, raggiungendo circa 950 mila unità.

Guardando al 2025, il responsabile vendite e marketing di Porsche, Detlev von Platen, ha dichiarato che «le condizioni economiche e geopolitiche ci metteranno alla prova più che mai nel 2025» anche se «il nostro obiettivo è rafforzare ulteriormente il nostro marchio a livello globale e sfruttare il potenziale di mercato. Lo faremo in linea con la domanda nelle singole regioni per rimanere fedeli al nostro principio di vendite basate sul valore in futuro».

Cruciale per l’auto tedesca rimane la Cina, dove la sfida è recuperare terreno rispetto ai costruttori locali. Nel Paese la produzione e le vendite di automobili hanno superato i 31 milioni di esemplari nel 2024. Secondo i dati della China Association of Automobile Manufacturers, riportati dall’agenzia Xinhua, la produzione totale di auto ha raggiunto 31,28 milioni di unità lo scorso anno (+3,7% su base annua), mentre le vendite sono aumentate del 4,5%, salendo a 31,43 milioni di unità.

Secondo l’associazione cinese, i veicoli alimentati da nuove fonti energetiche hanno registrato risultati record: produzione e vendite hanno superato per la prima volta i 10 milioni di unità, rappresentando oltre il 40% delle vendite totali. È in questo contesto che la Germania dell’auto è chiamata a recuperare le quote di mercato che i produttori locali le hanno sottratto. (riproduzione riservata)


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