Maserati parteciperà alla prossima Fiera internazionale dell’import (Ciie) in programma a Shanghai, portabandiera di un made in Italy che sarà rappresentanda oltre 90 aziende, piccole, medie e grandi, come Leonardo.
Il brand automobilistico di lusso del gruppo Fiat-Chrysler Automotive avrà uno stand proprio nell’ambito della seconda edizione dell’appuntamento, in programma dal 5 novembre, pensato per aprire il mercato cinese ai marchi globali e ai prodotti esteri. Per Maserati la Repubblica popolare è il secondo mercato di sbocco dopo quello del Nord America. Dalle 65 vetture vendute nel 2005 è passato alle quasi 8mila dello scorso anno, grazie anche al successo del modello Levante, particolarmente apprezzato all'ultimo salone di Shanghai, lo scorso aprile.
La fiera prende il via mentre Fca sta celebrando le nozze con Psa Peugeot Citroen. L’aggregazione darà vita al quarto produttore mondiale di auto, portando in dote la forza del Lingotto negli Usa, la penetrazione di Peugeot in Europa e l’apertura nella Repubblica popolare grazie alla presenza nell’azionariato della casa transalpina del gruppo cinese Dongfeng al 12,2%, stessa percentuale dello stato francese.
Nonostante le difficoltà dell’ultimo anno, a settembre le vendite di auto hanno registrato la 15esima caduta in 16 mesi, il mercato da 1,4 miliardi di persone resta appetibile per i grandi colossi mondiali. Se però Volkswagen, Toyota e General Motors hanno saputo approfittare della crescita degli anni passati, la presenza tra i consumatori cinesi dei marchi italiani è limitata al segmento lusso, dove oltre a Maserati, la Ferrari "spopola", con vendite che nel semestre sono cresciute del 72%, a un prezzo medio superiore a 360 mila euro.
Nei primi nove mesi dell’anno le vendite della joint-venture tra Fca e il Gac sono crollate a poco più di 52mila unità. Il Lingotto, con una quota di mercato attorno all’0,8% può comunque contare sull’effetto traino di Jeep. Non è andata meglio alla joint venture Dongfeng Psa, altra forma di collaborazione sull’asse franco-cinese, che nello stesso periodo ha visto dimezzarsi il numero di vetture a poco più di 91mila.
In questo quadro rientrano anche le indiscrezioni della scorsa estate sulla presunta volontà di Dongfeng di cedere la propria quota in Peugeot, trascorsi cinque anni dall’entrata nel capitale della casa automobilistica, salvata dal tracollo finanziario. Proprio in occasione di tali indiscrezioni si era tornati a parlare di una possibile alleanza tra il Leone e il Lingotto, anche considerati gli ottimi rapporti tra la famiglia Peugeot e gli Agnelli-Elkann. Già lo scorso inverno ci furono colloqui per capire se ci potessero essere margini per una aggregazione.
Per altro già nel 2017, quando era da tre anni socio di Psa, Dongfeng aveva annunciato una nuova joint-venture con Renault-Nissan al fine di sviluppare e vendere veicoli elettrici nel Paese asiatico.
Intanto, secondo quanto rivela il sito Yicai, un altro colosso statale dell’automobile, Chang’an ha annunciato l’intenzione di vendere la quota al 50% della partnership con Peugeot, perché nei primi nove mesi dell’anno la jv ha venduto appena 2.000 veicoli, in calo rispetto ai 3.900 del 2018. (riproduzione riservata)