Trascorso circa due anni dalla nomina al vertice di China National Tire&Rubber Corporation (Cnrc) , Filippo Maria Grasso punta sul rientro in Italia. Il top manager che all’inzio della scorsa primavera era stato il primo italiano arrivato al vertice di una società statale cinese, un colosso tra i più impotanti e strategici, torna in Pirelli, ampliando il ruolo che già ricopriva e aveva peraltro mantenuto diventando Corporate Vice President Global Institutional Affairs & Sustainability. Grasso comunque continuerà inoltre a curare i rapporti con il Gruppo cinese e con gli Stakeholder del mondo asiatico.
La sua ascesa a Pechino nella società che ha la quota di maggioranza relativa del gruppo Pirelli, fu letta come la volontà di rimarcare una visione e un approccio comuni tra la Bicocca e Ren Jianxin, il fondatore di ChemChina, che insieme a Marco Tronchetti Provera aveva combinato il più importante investimento cinese in Italia, oltre 7 miliardi di euro, nel 2015. «Avere una persona di Pirelli a capo di una holding nella Repubblica popolare può aiutare nell’utilizzare tutto la capacità di ChemChina nel portare i problemi sui tavoli giusti e allineare il mercato cinese alle best practice internazionali», aveva sottolineato Tronchetti al momento della nomina di Grasso.
Romano, classe 1978, laurea con lode in giurisprudenza, Grasso si è poi specializzato presso la Pace University School of New York nel 2001. Nel 2006 entra in Pirelli e dopo una lunga carriera con responsabilità crescenti all’interno del gruppo di pneumatici, dal 2016 ricopre la carica di Direttore delle Relazioni Istituzionali del Gruppo con attività rivolte in particolare alla realizzazione di progetti internazionali.
Nella posizione di Grasso, al momento, non è prevista alcuna sostituzione . Il colosso pubblico della chimica, che nel 2015 ha acquistato Pirelli, è alle prese con un'operazione di profonda riorganizzazione, seguita cambio al vertice, fra il fondatore Ren Jianxin a favore di Ning Gaoning che da gennaio 2016 era ceo di Sinochem Group, l'altro colosso della chimica cinese.
L'arrivo di Ning al vertice di ChemChina ha accelerato il maxiprogetto di fusione, mai annunciata apertamente dal governo, con Sinochem, con l'intento di creare un gigante mondiale del settore. Il piano rientra nel processo di riforma delle grandi imprese di Stato cinesi. L'intento è rendere queste entità più efficienti e capaci di competere sul mercato internazionale.
A dispetto delle posizioni ufficiali, il segnale più chiaro è stato che Ning Gaoning, anche conosciuto come Frank Ning, quando è stato nominato nell'estate del 2018 al vertice di ChemChina, ha mantenuto anche l'incarico in Sinochem. E lo scorso settembre, quando iniziarono a circolare le indiscrezioni sull'ipotesi che l'operazione potesse saltare, è stato lo stesso Ning a ribadire che l'operazione è ancora in piedi, nonostante considerazioni sull'ammontare e sul debito che già grava sul'azienda. (riproduzione riservata)