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Politica

5G e i semiconduttori: il golden power nei rapporti con la Cina

C'è anche l'acquisizione del 100% di LFoundry da parte di i Wuxi Xichanweixin tra le operazioni notificate. Nel corso del 2019 sono stati 13 casi su 83. Nel corso dello scorso anno, il governo ha deciso di avvalersi dei poteri speciali. Sempre prescrizioni per i contratti con nuove tecnologie


05/08/2020 14:52

di Mauro Romano - Class Editori

Cina

C'è anche l'acquisizione del 100% di LFoundry da parte di i Wuxi Xichanweixin tra le operazioni notificate per l'eventuale esercizio dei poteri speciali e riportata nella Relazione al Parlamento italiano sull'esercizio del golden power.

LFoundry era detenuta per il 70% dalla società di diritto cinese SMIC Hong Kong International ltd. e per il restante 30% in quote paritarie dalle società ISAR Valley Capital Holding Gmbh, di diritto tedesco, e Marsica Innovation S.p.a. Con la segnalazione a Palazzo Chigi, Wuxi noficava l'intenzione di usare le capacità tecnologiche della società che intendeva acquistare per continuare l’attività di sviluppo e produzione di dispositivi semiconduttori e di altri circuiti integrati, prospettando di aumentare ed espandere il business della società target. Prodotti che a detta del governo non presentano particolari specificità tecniche tali da prevedere prescrizioni o l'esercizio del golden power.

In totale, nel corso del 2019 sono stati 13 casi su 83. Nel corso dello scorso anno, il governo ha deciso di avvalersi dei poteri speciali conferiti dalla normativa sul Golden Power. Si va dalle prescrizioni per l’acquisizione da parte di F-Brasile di Forgital Italy e delle sue partecipate agli accordi per lo sviluppo della 5G stipulati da Vodafone, WindTre, Tim, Fastweb. In particolare il governo in un paio di occasioni ha prestato attenzione all’acquisto di apparati dai colossi cinesi delle tlc Huawei e Zte, sotto pressione per le tensioni tra Stati Uniti e Cina, con Washington che preme affinché gli alleati taglino fuori le aziende del Dragone dalla realizzazione delle reti di nuova generazione. Ma hanno riguardato anche prescrizioni per la fornitura di apparati 5G a Wind Tre della statunitense Juniper Network. Un dato è certo, ogni qual volta si è discusso della nuova tecnologia, Palazzo Chigi ha deciso di intervenire.

«La presenza di fattori di vulnerabilità, nonché la complessità tecnica delle stesse, ha portato il governo a imporre prudenzialmente alcune prescrizioni alle società notificanti, allo scopo di salvaguardare l’integrità e la sicurezza delle reti nonché dei dati che vi transitano», si legge nelle 112 pagine dalla relazione al Parlamento in materia di esercizio dei poteri speciali predisposta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro. Considerazioni che nei giorni scorsi hanno spinto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a rivendicare la strategia italiana, parlando con il coordinatore della politica estera dell’Unione europea, lo spagnolo Josep Borrell, e a chiedere standard comuni a tutta l’Unione.

Il 2019 è stato un anno particolare in tema. Prima nel corso del Conte I e poi il Conte II si è deciso di stringere le maglie a tutela delle imprese strategiche, in linea con il nuovo regolamento europeo che ha quindi comportato la necessità di adeguare all’architettura comunitaria il sistema Golden Power italiano. In particolare sono stati ampliati e rafforzati gli strumenti di controllo sia in materia di investimenti esteri sia di tutela dalla cybersicurezza. Il 2019 è stato anche l’anno del balzo delle notifiche.

Dalle 46 del 2018 sono arrivate a 83, vale a dire il 41% di tutte quelle presentate al governo dal 2014. Rispetto agli anni passati cambiano anche i settori interessati. Per la prima volta dal 2015 le notifiche nel settore dell’energia, delle comunicazioni e dei trasporti hanno superato quelle per la difesa e la sicurezza nazionale. In entrambi i comparti, comunque, il trend è crescente, come anche ipotizzato dagli esperti, quando a marzo dello scorso anno ci fu un primo rafforzamento della normativa, prima dell’intervento dello scorso autunno e un ulteriore ampliamento, coprendo anche il settore assicurativo e finanziario, dettato dall’emergenza Covid-19, con l’inasprimento delle norme antiscalata.

Per circa un terzo delle notifiche il governo ha comunque deciso di non intervenire, mentre nel 22% dei casi le comunicazioni hanno riguardato operazioni escluse dalla normativa sui poteri speciali.


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