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Politica

Bruxelles alza lo scudo antiscalate extra Ue guardando alla Cina

La Commissione ha presentato ieri una proposta legislativa per dotarsi di un nuovo potere di veto sullo shopping statale. L’obiettivo è evitare che i sussidi possano distorcere la concorrenza nel mercato interno, consentendo di presentare offerte fuori mercato per comprare aziende europee o per vincere bandi di amministrazioni comunitarie.


06/05/2021 14:32

di Mauro Romano- Class Editori

settimanale
Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, incaricata della digital transformation

Indiziato numero uno è la Cina. L’Unione Europea alza lo scudo contro gli aiuti pubblici ad aziende extra-europee. La Commissione ha presentato ieri una proposta legislativa per dotarsi di un nuovo potere di veto sullo shopping statale. L’obiettivo è evitare che i sussidi possano distorcere la concorrenza nel mercato interno, consentendo di presentare offerte fuori mercato per comprare aziende europee o per vincere bandi di amministrazioni comunitarie. Se la proposta sarà approvata, sotto la lente di Bruxelles finiranno le acquisizioni di importo superiore ai 500 milioni, se sostenute da sussidi superiori a 50 milioni, e le commesse con valore eccedente i 250 milioni, rispettivamente effettuate od ottenute da soggetti non europei.

La Commissione potrà considerare sussidi indebiti non solo gli investimenti diretti di governi in un’impresa, ma anche prestiti pubblici, garanzie statali e trattamenti fiscali di favore. «I paradisi fiscali non configurano di per sé aiuti di Stato, in quanto difettano di selettività (si applicano, infatti, a tutte le imprese collocate in un determinato Paese)», precisa Luciano Di Via, partner di Clifford Chance, «tuttavia, ove il regime fiscale di uno Stato extraeuropeo favorisse in modo selettivo un determinato soggetto, tale misura potrebbe rientrare, in linea di principio, nell’ambito di applicazione della nuova normativa». «Realisticamente», conclude, «ritengo però che prima di assumere decisioni sulla fiscalità di Stati extraeuropei, materia molto complessa e opinabile, i primi interventi della Commissione riguarderanno le imprese che ricevono finanziamenti diretti da parte di Stati extraeuropei». (riproduzione riservata)


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