Arriva dalla Cina il 79% del valore dei container con merci contraffatte sequestrati a livello mondiale. Il dato emerge da un nuovo studio Euipo-Ocse. Il trasporto marittimo continua a essere un canale importante per la spedizione di tali merci anche perché rappresenta oltre l’80 % di tutte le merci scambiate a livello internazionale.
“La maggiore preoccupazione per la contraffazione di dispositivi di protezione personale e di medicinali come conseguenza alla crisi dovuta al COVID-19 ha creato la possibilità di compiere progressi significativi nella lotta a questo commercio illecito”, ha sottolineato Christian Archambeau, direttore esecutivo dell’Euipo, l’ufficio europeo per la protezione della proprietà intellettuale, “Abbiamo bisogno di uno sforzo concertato per combattere le contraffazioni di ogni tipo su tutte le rotte, sia nelle spedizioni di container via mare sia in quelle di pacchi postali di piccole dimensioni. I prodotti contraffatti danneggiano il commercio lecito, sono spesso pericolosi e devono tornare a essere una priorità nell’azione di contrasto alla criminalità internazionale”.
Spiega il rapporto che i sequestri di merci contraffatte spedite in container rappresentano una percentuale relativamente modesta del numero totale di sequestri, ma costituiscono il 56 % del valore totale delle contraffazioni sequestrate.
Per l’Unione oltre la metà dei container trasportati nel 2016 da navi riconducibili a economie note come principali fonti di prodotti contraffatti è entrata nell’UE attraverso la Germania, i Paesi Bassi e il Regno Unito. Vi sono anche alcuni paesi dell’UE, come Bulgaria, Romania, Croazia e Grecia, con volumi relativamente bassi di commercio mediante container in generale, ma con un elevato livello di importazioni da economie ad alta intensità di contraffazione.
Per l’Euipo “l’iniziativa cinese «Belt and Road» è particolarmente rilevante in questo contesto, in quanto potrebbe determinare un aumento sostanziale dei falsi che entrano nell’Unione europea in navi portacontainer attraverso i porti del Mediterraneo”.
Guardando ai dati di cinque anni fa il commercio mondiale di contraffazioni ammontava a 460 miliardi di euro, pari a circa il 3,3 % del commercio mondiale. I prodotti contraffatti hanno rappresentato il 6,8 % delle importazioni nell’UE da paesi terzi, per un valore di 121 miliardi di euro.
Le spedizioni via mare riguardano tutti i tipi di merci contraffatte, da apparecchiature elettroniche di alto valore ad articoli di pelletteria, abbigliamento, cosmetici, giocattoli, giochi e apparecchiature e prodotti farmaceutici.
“Nel corso degli anni gli scambi internazionali sono cresciuti notevolmente e l’aumento del commercio di prodotti contraffatti è diventato un inevitabile effetto collaterale”, sottolinea l’Euipo, “L’incremento del volume complessivo degli scambi e della capacità delle navi più grandi rappresenta un onere supplementare per le dogane. La scansione a raggi X o raggi gamma dei container può essere efficace per individuare altri tipi di spedizioni illegali, come il traffico di stupefacenti, armi o specie selvatiche. Tuttavia, non lo è nel caso delle merci contraffatte, per le quali l’ispezione fisica costituisce l’unico strumento adeguato. Meno del2 % dei container è sottoposto a ispezione fisica, il che fornisce alle reti criminali notevoli opportunità di approfittare di questo importante canale della catena di approvvigionamento”. (riproduzione riservata)