La Banca Centrale dell'Uzbekistan ha rilasciato a CRIF Kredit-Axborot Xizmatlari, controllata nel paese dal gruppo bolognese attivo nel business delle informazioni commerciali e del ratig, la licenza per la creazione del primo world class credit bureau privato del Paese.
L'assegnazione della licenza è il risultato di un'attività che ha visto impegnata l'azienda fondata nel 1988 da Carlo Gherardi, che ne è presidente, negli ultimi 4 anni, dopo essere stata selezionata in qualità di player globale per la creazione di una infrastruttura di credit bureau all'avanguardia per sostenere lo sviluppo del sistema creditizio locale.
E l'obiettivo è anche frutto della politica di alleanze locali che ha conquistato il sostegno della Banca Centrale dell'Uzbekistan e di IFC-International Finance Corporation, membro del Gruppo World Bank, grazie anche al fatto che la jv di Crif vede la partecipazione dei principali istituti di credito del Paese: Uzbek Industrial and Construction Bank, Asia Alliance Bank, Invest Finance Bank, Ipak Yuli Bank, Ipoteka-Bank e Hamkorbank.
«L'Uzbekistan si trova senza dubbio in una fase interessante di sviluppo economico. La crescente concorrenza e gli investimenti regionali ed esteri sono il segno di un sistema economico che presenta una crescita stabile, un'evoluzione positiva e un consolidamento delle infrastrutture. In un simile contesto, CRIF è onorata di svolgere un ruolo strategico insieme alle banche locali coinvolte per lo sviluppo del sistema creditizio», ha spiegato Davide Michele Meo, International Sales and Direct Markets Director di Crif, che riporta al ceo del gruppo, Eugenio Bonomi.
«Essere pronti a sostenere l'inclusione finanziaria e il controllo del rischio con un'adeguata infrastruttura di gestione del credito è un passo fondamentale per sostenere lo sviluppo del sistema Paese», ha detto il manager.
La creazione della fondamentale infrastruttura finanziaria faciliterà lo sviluppo del mercato del credito, che a sua volta aiuterà le pmi, tra cui diverse anche italiane, e i consumatori nella loro transizione verso mercati più avanzati, basati su sofisticati servizi di riferimento per il credito e soluzioni a valore aggiunto.
Allo stesso tempo, grazie alla disponibilità di informazioni sul credito complete e aggiornate, gli enti finanziatori saranno in grado di fornire servizi finanziari grazie a processi sostenibili e controllabili. I finanziatori potranno, inoltre, ampliare la loro offerta di credito ai consumatori e alle pmi locali.
Tutto questo porterà una maggiore inclusione finanziaria in Uzbekistan, uno dei paesi chiave lungo le nuove Vie della Seta grazie alla sua posizione strategica in Asia Centrale e alle ingenti riserve di idrocarburi, motivi per cui la Cina ne ha fatto un punto di riferimento delle iniziative nel quadro della Belt&Road.
L’Uzbekistan è tra i più importanti Paesi al mondo sia per quanto concerne la produzione e le riserve di gas naturale sia per quanto riguarda le risorse di uranio e l'estrazione di oro. La produzione di gas naturale si aggira annualmente intorno ai 67 miliardi di metri cubi. Si stima che l’Uzbekistan esporti 16 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, principalmente verso la Federazione Russa, ma anche verso la Cina, con riserve che nel 2008 sono state stimate a 1.870 miliardi mc.
I rapporti con l'Italia si sono notevolmente rinforzati negli ultimi anni, anche se le esportazioni ammontano a poco più di 300 milioni di euro. «La crescita dell’interscambio è stata costante ed ora intendiamo cogliere la sfida di sfruttare appieno il potenziale delle nostre complementarietà, attraverso investimenti e iniziative ambiziose di cooperazione economica», ha detto nei giorni scorsi l'ambasciatore italiano a Tashkent, Andrea Bertozzi, che dopo quattro anni di missione sta lasciando l'incarico per rientrare a Roma.
Uno degli esempi più significativi della collaborazione tra i due paesi è l'attività del Politecnico di Torino, da oltre dieci anni presente nel paese, diventato punto di riferimento per lo sviluppo di iniziative comuni di carattere industriale basate sull’innovazione.
I principali settori di interesse per l’export italiano sono i beni di consumo, la meccanica strumentale, l’impiantistica e l’elettronica. «I consumatori e gli operatori economici uzbeki sono fortemente attratti dai prodotti Made in Italy,» hanno assicurato all'Ice, «ma la concorrenza internazionale ai prodotti ed alle tecnologie italiane è durissima. Il mercato uzbeko premia i prodotti e le tecnologie di fascia media e medio-alta. A trainare la collaborazione economica bilaterale è il tessile».
Quest'anno sono state due le iniziative che hanno visto protagoniste aziende italiane. In gennaio uno dei leader mondiali nel settore dell'imbottigliamento, la Ams Ferrari di Modena, si è aggiudicata la commessa di un impianto per il riempimento e confezionamento di birra da 2,5 milioni di euro, che verrà finanziato grazie a un buyer credit organizzato da Sace Simest.
Lo scorso maggio scorso Italcarni, del gruppo Bova, ha annunciato che verrà sviluppato un progetto per la produzione e la lavorazione delle carni nella regione di Namangan. La società, che è anche attiva nella distribuzione di prodotti alimentari freschi, ha preso atto della crescente domanda di prodotti a base di carne nel mercato interno del paese centro-asiatico e hanno convenuto di iniziare lo sviluppo del progetto il prima possibile.
Gli uzbechi hanno richiesto all'Italia anche un concreto aiuto per la gestione delle loro free trade zones e lo sviluppo di smart cities e delle infrastrutture regionali, sfruttando la posizione di hub che l’Uzbekistan può giocare nel cuore dell’Asia centrale.
Alla fine di dicembre è stato inaugurato l'ennesimo risultato degli investimenti cinesi: un enorme complesso chimico realizzato da China CAMC Engineering Co., Ltd. e da HQC (Shanghai) Company che consente al paese di rendersi indipendente dalle importazioni di pvc e soda caustica e alimenterà un flusso di esportazioni per 40 milioni di dollari.