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Politica

La Bank of Japan inaugura il Qe illimitato sui titoli di stato

L'operazione riguarderà i titoli di Stato, mentre vengono facilitati gli acquisti dei corporate bond. Attesa una mossa simile il 30 aprile dalla Bce. Intanto i profitti delle imprese industriali cinesi sono scesi del 36,7% nel trimestre.


27/04/2020 10:29

di Elena Dal Maso - Class Editori

Boj
Kuroda Haruhiko, governatore della Bank of Japan

La Banca centrale del Giappone ha annunciato oggi un QE illimitato di titoli di stato, rimuovendo il tetto precedente di 80 mila miliardi di yen l'anno. La BoJ ha allargato inoltre il programma anche al debito emesso da imprese industriali e società commerciali e ha facilitato le regole per l'acquisto di bond. La Federal Reserve ha già fatto questa mossa (il prossimo meeting è il 29 aprile), mentre i mercati sono in attesa che la Banca centrale europea, che ha previsto un nuovo incontro il 30 aprile, annuncerà a sua volta l'allargamento degli acquisti comprendendo anche i fallen angels, le obbligazioni delle società cadute a junk (solo nei primi due livelli) a causa della pandemia da coronavirus.

I mercati hanno accolto molto bene la mossa della BoJ e oggi il Nikkei alle ore 7:05 italiane corre per il 2,7%, mentre l'Hang Seng guadagna l'1,9% e Shanghai è positiva per lo 0,8%. L'oro sale dello 0,45% a 1.743 dollari l'oncia, l'euro recupera lo 0,18% a 1,0842, lo yen sale dello 0,2% a 107,27 e la sterlina balza dello 0,53% a 1,2430. I T bond Usa decennale vede il rendimento passare dallo 0,6% allo 0,62%, mentre i futures su Wall Street sono in buona forma (+1%).

Oggi gli analisti asiatici si sono concentrati sulle mosse delle banche centrali, che paiono sempre più essere coordinate. "Per la Fed non sono previsti ulteriori sviluppi sul QE o sui tassi di interesse, ma ci aspettiamo che alla prossima riunione sottolinei che le sue politiche saranno in atto a tempo indeterminato per sostenere l'economia", ha scritto ANZ in una nota. I broker hanno aggiunto di prevedere che "la Bce aumenterà le dimensioni del suo pacchetto di acquisto di obbligazioni di emergenza (PEPP) di circa 500 miliardi di euro a 1.250 miliardi complessivi e continuerà a insistere sulla necessità di un considerevole stimolo fiscale".

Intanto i profitti delle imprese industriali cinesi sono scesi del 36,7% su base annua a 781,45 miliardi di yuan nel periodo gennaio-marzo per effetto della pandemia da coronavirus. Il trimestre ingloba il periodo di chiusura delle attività nel Paese e anche il periodo iniziale della riapertura. La lettura trimestrale segue il crollo del 38,3% registrato a gennaio-febbraio, che è stato il calo più marcato da almeno il 2010. I profitti delle imprese industriali statali (sono i gruppi di maggiori dimensioni in Cina) sono crollati del 45,5% e quelli del settore privato sono invece scesi del 29,5%. (riproduzione riservata)


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