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Politica

Macchine elettriche e vini dietro al boom italiano in Kazakistan

L'ambasciatore ad Astana fa il punto sugli aspetti salienti dell'aumento record (+74%) dell'export di made in Italy nel paese asiatico, che segue la performance del 2018 (+72%). Macchine e componenti per il settore elettrico e energetico hanno quintuplicato la quota di export


14/10/2019 13:42

di Pasquale D'Avino*

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Pasquale D'Avino, ambasciatore in Kazakistan

Per comprendere il successo delle esportazioni italiane in Kazakistan, cresciute del 74,9% nei primi 7 mesi di quest'anno a quasi 850 milioni di euro,  dopo la performance del 2018 sull'anno prima (+72%), va innanzitutto colto come il panorama politico continui a presentare, a 4 mesi dalle elezioni presidenziali, una sostanziale stabilità anche se il processo di modernizzazione dei meccanismi democratici può creare qualche incertezza.

Su questa tela di fondo, l'andamento delle esportazioni italiane e la presenza di imprese italiane nel paese dipendono sia da ragioni contingenti che da  aspetti strutturali relativi soprattutto agli investimenti in questo mercato.

L’accelerazione del processo di diversificazione dell’economia implica maggiori produzioni rivolte alla trasformazione delle risorse naturali, che richiedono sempre più macchinari italiani, la voce principale del made in Italy.

D'altro canto la tendenza nel medio termine delle autorità  kazake ad attirare trasferimenti di tecnologia dall’Italia favorisce una graduale sostituzione delle importazioni di macchinari e altri prodotti con produzioni locali. Questa tendenza crea opportunità per le imprese italiane nel formare joint-ventures con imprese locali, in campi quali l’indotto dell’industria petrolifera e la creazione di distretti nella petrolchimica.

Altre opportunità si stanno aprendo nel campo della logistica internazionale, anche trainate dal successo del porto secco di Khorgos, e dell’agricoltura documentate da uno studio dell'Asian development bank ( www.adb.org/publications/kazakhstan-economic-diversification)

Per vendere occorre sempre più investire. Ciò appare vero soprattutto per settori come l'agro-business da cui il forte invito delle autorità locali alle imprese italiane del settore ad investire in Kazakistan per la trasformazione di grano per la produzione di pasta. Il settore offre, tra l'altro, notevoli opportunità ad agronomi italiani per attività di consulenza e alle imprese intenzionate ad investire o a trasferire tecnologia.

L’analisi della  composizione  settoriale mette in luce la positiva perfomance dei  beni strumentali, in particolare dei  macchinari (+ 494%), e dei beni industriali intermedi trainati dalle commesse per i programmi di investimenti del governo nel settore energetico. Infatti l'export di motori e componenti elettrici segna un raddoppio e quella dei dei trasformatori e convertitori elettrici va ancora meglio (+122%). Interessante la crescita dei   prodotti farmaceutici (+36%). 

Il comparto beni di consumo registra una progressiva ripresa delle domanda di prodotti ed accessori made in italy dopo la flessione del 2015-2017 determinata dalla svalutazione  della moneta nazionale rispetto all’euro e alla perdita del potere d’acquisto della classe media. Nei primi 7 mesi del 2019  i mobili, gli indumenti ed accessori a maglia e le calzature hanno ripreso la crescita.

Ma la performance più interessante è relativa ai vini e spumanti del belpaese, in un mercato che si contrae ma dove prosecco e spumante italiani crescono in valore (+35%) e in quote di mercato (+55%). 

Un'altro dei fattori che ha influito sul trend generale  è l'attivismo di Ambasciata e Ice che negli ultimi 18 mesi hanno organizzato  poco meno di 150 iniziative promozionali sia settoriali che di immagine, soprattutto sul terreno specifico delle quattro A: alimentari-vini, abbigliamento-moda, arredo-casa, automazione-meccanica-gomma-plastica.

La strategia è stata piuttosto articolata e focalizzata sul mantenimento delle  quote di mercato nei settori maturi, cercando nuovi spazi nei  settori emergenti.

Per i beni di consumo viene organizzato semestralmente ad Almaty l’evento sulle calzature esteso recentemente al mondo della moda per fare sistema e  per rispondere alla modifica del panorama distributivo di fascia alta. 

Fondamentale è stato anche l'invito di decine di delegazioni di operatori economici e in  alcuni casi istituzioni kazake ai maggiori appuntamenti fierisitici italiani (Eima, Salone del mobile, Vinitaly, Mido, Marmomac, Ipack Ima, Tecnargilla, Xilepo, Cosmoprof, Meat Tech, Micam, Vicenzaoro, Expodental,  Vitrum, Fiera Cavalli) durante i quali numerosi negoziati commerciali sono stati avviati e conclusi.

In questi giorni  a Mosca il Salone del Mobile ospita una qualificata e numerosa delegazione  kazaka e nelle prossime settimane a Verona ci sarà la prima importante delegazione di kazaki alla Fiera Cavalli.

Nonostante il quadro complessivo appaia incoraggiante, alcuni osservatori internazionali ritengono che le  opacità e inefficienze di alcuni comparti della amministrazione e di qusto giovane mercato debbano indurre a mantenere un atteggiamento di prudenza.

* da aprile 2018 ambasciatore d'Italia in Kazakistan, con competenza anche per il Kyrgyzstan 


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