La recente visita del presidente del consiglio italiano, Giuseppe Conte, in Vietnam ha celebrato il 46esimo anniversario delle relazioni bilaterali, mettendo l'accento sulle grandi opportunità per le imprese italiane che questo paese può offrire.
Hsbc conosce bene il Vietnam perché è stata nel 1870 la prima banca internazionale ad avere una presenza nel Paese e da allora aiuta le imprese di ogni nazionalità a fare business lì, per questo oggi può dire, anche alla luce dello stato attuale delle relazioni tra Italia, Europa e Vietnam, che questo paese, che sta crescendo a un ritmo del 7% all'anno, destinato a mantenersi nel prossimo futuro, pur con qualche piccolo aggiustamento, offre più che mai opportunità.
Il valore totale delle esportazioni italiane, 1,3 miliardi di euro secondo Ice, fanno del Vietnam l’ottavo mercato di destinazione delle merci italiane nel sud est asiatico. Questa cifra, significativa, è stimata da Sace in ulteriore crescita nei prossimi tre anni, quando il totale export raggiungerà un controvalore di 1,8 miliardi di euro.
A fare da traino a questi scambi sono alcune industrie di settori emblematici del Made in Italy, come l’agroalimentare, il tessile e la meccanica strumentale, la lavorazione del cuoio, il calzaturiero e la trasformazione alimentare, ma anche gli imballaggi e l’industria della plastica, che da sola vale circa un terzo delle esportazioni.
Il Vietnam è anche un paese dal quale l’Italia importa: lo scorso anno il valore delle importazioni è stato pari a oltre 2,5 miliardi di euro, principalmente in prodotti tecnologici come smartphone e tv, il 4% circa in più rispetto al 2017.
Ad aumentare l’attrattività del Vietnam come controparte per l’internazionalizzazione delle imprese italiane potrebbe contribuire il trattato di libero scambio Europe-Vietnam Free Trade Agreement (Evfta) con l'Unione Europea, la cui firma è prevista breve, che eliminerebbe il 99% dei dazi reciproci.
Il paese asiatico presenta una struttura imprenditoriale simile a quella italiana, con il 96% delle imprese locali di piccole e medie dimensioni, attive principalmente nella tecnologia e nella meccanica. Sono centinaia le aziende italiane che in questi anni hanno sviluppato relazioni commerciali con il Vietnam e oggi già più di 50 di queste hanno consolidato una presenza stabile nel Paese.
Tra le prime multinazionali italiane presenti ci sono leader di settore, tra cui come Perfetti, Segafredo Zanetti, Mapei, Ghella, Menarini, Medlac, Leonardo, Bonfiglioli e Piaggio. La firma del trattato porterebbe a un’accelerazione dei rapporti tra i due paesi in ambiti cruciali per lo sviluppo e la modernizzazione del Vietnam quali le infrastrutture, che rappresentano una grande priorità per il Governo, le energie rinnovabili, la cui domanda quadruplicherà nei prossimi dieci anni, e l’arredamento, già cresciuto di tre volte negli ultimi tre anni, e nel quale l’Italia ricopre una posizione di leadership assoluta.
Tuttavia le opportunità che si mettono in mostra ad Hanoi non sono completamente esenti da rischi. Secondo la Banca Mondiale, il Vietnam è al 104° posto (su 190) per la facilità di avviare un business, al 133° per la soluzione delle insolvenze, con un sistema bancario e adempimenti doganali per il commercio molto complessi. Sono aree di rischio che è necessario conoscere bene, per decidere le opportune contromisure, prima di intraprendere un business in questo Paese.