«La Cina rappresenta il più grande importatore mondiale di prodotti lattiero caseari e lo sarà sempre di più» sottolinea Roberto Brazzale, che è presidente del Gruppo omonimo e guida l'azienda con i fratelli Gian Battista e Piercristiano, quest'ultimo da poco eletto presidente della Federazione Mondiale del Latte (FIL-IDF).
«Noi produciamo e vendiamo sempre ed ovunque i prodotti della nostra tradizione: formaggi grana, burro, formaggi a pasta filata e pressata. Sono tutti ingredienti indispensabili per la cucina di ispirazione italiana, basata su pasta e pizza, perciò sono molto apprezzati in tutto il mondo, Cina assolutamente compresa: lì produciamo i freschissimi per il mercato locale ed abbiamo una nostra rete commerciale al dettaglio sul posto».
Le potenzialità della Via della seta, Brazzale, ha iniziato a farle proprie nel 2012. È questo infatti l'anno in cui viene costituita a Shangai la "Brazzale Food Co.ltd", con l'obiettivo di espandere le vendite in Cina e nell'estremo Oriente. L'anno successivo il Gruppo rileva invece la società cinese "JiKang Food Co.ltd", primo caseificio di prodotti di tradizione italiana in Cina, con sede a Pechino ed inaugura, nel mese di novembre, la Formaggeria Gran Moravia di Shangai.
Questa si trova in uno dei quartieri più centrali della città e propone un assortimento di latticini e formaggi della tradizione italiana, sia di produzione Brazzale sia di altre aziende, oltre a tutti i prodotti essenziali per realizzare ricette tipiche italiane. Nel 2018 un'ulteriore novità: apre lo stabilimento Brazzale nella regione agricola dello Shandong, per la produzione di formaggi freschi destinati al mercato locale. Ed è l’ennesimo successo nel Paese del Dragone.
Il fatturato 2019 del Gruppo ammonta a 230 milioni di euro, per circa il 65% rappresentato da formaggi di propria produzione e per il 20% da burro. Brazzale conta una media di circa 800 occupati nel 2020 di cui il 45% in Italia, il 50% in Repubblica Ceca e il 5% negli stabilimenti di Cina e Brasile. L'export dall'Italia vale oltre il 20% del fatturato totale, con la cifra che raddoppia se calcolata solo sul formaggio Gran Moravia. Brazzale, con i propri prodotti, raggiunge oltre 50 Paesi.
Tra questi, sul fronte asiatico, anche India, Kazakistan, Thailandia, Giappone oltre ad Australia e Nuova Zelanda. «Il nostro è storicamente un settore perlopiù bloccato su determinati tradizionalismi: come Brazzale, in particolare dal 1989, abbiamo deciso di andare controcorrente, interpretando il cambiamento e rendendoci protagonisti nei commerci, finalmente divenuti globali» aggiunge il numero uno del gruppo, che delinea quindi gli obiettivi per il prossimo futuro.
Che prescindono dal Covid e, ancora una volta, non possono che guardare oltre confine. «Il mondo è davvero immenso e lo spazio per la crescita dei prodotti di gusto italiano è illimitato se si gode di adeguata competitività e qualità, come dimostra il grande mercato dell’Italian Sounding. Per quel che ci riguarda la domanda di Gran Moravia e degli altri nostri prodotti è in forte crescita ovunque ed il piano produttivo potrà beneficiare di due importanti investimenti strutturali» sottolinea Roberto Brazzale, «si tratta del nuovo magazzino robotizzato ad energia solare di Sant’Agata a Cogollo del Cengio (Vicenza) e l’ampliamento dello stabilimento di Litovel, in Repubblica Ceca». Il fatto di essere l’unica realtà dell’ambito caseario a livello europeo ad avere una propria rete di distribuzione, con ben 23 spazi di vendita in tutto il mondo, farà il resto. (riproduzione riservata)