Nuovi investimenti cinesi in Piemonte. La joint venture avviata tra i cinesi di Tofflon Science and Technology Group e la Itema di Bergamo sta realizzando un impianto (dieci milioni di investimento) a Nibbia, nel novarese, per produrre una gamma di nuovi probiotici destinati all’industria farmaceutica.
Tofflon, gruppo cinese da 800 milioni di ricavi, 5800 addetti, dispone di 15 fabbriche, nessuna in Europa. L’investimento in Piemonte, avviato con uno scouting presso il gruppo Radici, socio di maggioranza di Itema, avviene sfruttando le competenze di Itemalab, spin off societario del gruppo meccanotessile che raggruppa le attività di ricerca del brand, un centinaio di ingegneri che opera nel polo dedicato all’innovazione Kilometro Rosso di Bergamo, per sviluppare attività presso la stessa Itema, vendendo però anche i propri servizi sul mercato.
Per l'investimento della jv italo-cinese la scelta è caduta su Novara, a ridosso dell’incrocio tra A4 e A26 Genova-Gravellona Toce, per sfruttarne i vantaggi logistici, anche in funzione della necessità di accedere ai porti liguri da cui ricevere componenti asiatiche o per spedire via nave gli impianti realizzati. L’azione di sviluppo ingegneristico ha prodotto un nuovo sito, realizzato secondo i criteri della lean manufacturing, che sarà operativo da novembre.
«Abbiamo lavorato sulla qualità ma anche sull’efficienza complessiva della logistica e sui miglioramenti di prodotto e processo. Capitalizzando ciò che Itemalab fa da tempo, portando efficienza in tutti i processi», ha spiegato Ugo Ghilardi, ceo di Itamalab, «l’impianto novarese, per dare un’idea, in 4mila metri quadri riesce a realizzare ciò che in media nel settore farmaceutico si fa con realtà di dimensioni quasi triple».
La produzione si dirigerà verso linee in grado di realizzare probiotici alimentari, iniettabili, vaccini veterinari e in generale micromolecole. Partendo in una prima fase dagli impianti di liofilizzazione, per cui ci sono già ordini da realizzare. «Partiamo con una trentina di addetti con l’obiettivo di realizzare il prossimo anno una quindicina di impianti», ha aggiunto Ghilardi, «nel biennio successivo puntiamo a raddoppiare la capacità produttiva coinvolgendo nell’attività 150-200 persone. L’idea è arrivare al 20% del mercato europeo, con ricavi che nel primo biennio potrebbero stare in un range di 25-45 milioni, ma con la prospettiva di crescere molto negli anni successivi».
Per Itema, 337 milioni di ricavi, 1100 addetti e sette siti produttivi, si tratta di proseguire nel percorso di diversificazione dal meccanotessile, progetto avviato con l’acquisto di Lamiflex nei materiali compositi innovativi e che prosegue ora con questa joint venture, dove esiste un’opzione per portare la quota dall’attuale 25% al 40%. (riproduzione riservata)