Eni potrebbe rilevare la quota di Chevron nel progetto Indonesia Deepwater Development (Idd) entro la metà di quest’anno. Lo ha riferito un alto funzionario del ministero dell'Energia indonesiano, secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters.
Il progetto Idd, situato nello stretto di Makassar, coinvolge i giacimenti di gas di Bangka, Gendalo e Gehem. Chevron ha una partecipazione del 62% nel giacimento Bangka e del 63% in Gendalo-Gehem. Eni è partner del progetto insieme alla cinese Sinopec. Già a gennaio 2020 Chevron aveva annunciato l’intenzione di vendere la propria partecipazione in Idd nell’ambito di un piano di cambiamenti a livello globale per tagliare i costi e per ottimizzare le attività.
"Attualmente Eni sta lavorando e finora è andata bene", ha dichiarato Tutuka Ariadji, direttore generale per il petrolio e il gas del Ministero dell'Energia e delle Risorse Minerarie indonesiano, a margine della conferenza India Energy Week. "Forse a metà di quest'anno potremo concludere le questioni commerciali. Finora i progressi sono buoni", ha precisato Ariadji. Un passaggio di gestione importante per l’Indonesia che, come ha sottolineato Reuters, spera di aumentare la produzione di gas a 12.000 milioni di piedi cubi standard al giorno entro il 2030, grazie alla ripresa dello sviluppo di progetti di gas da tempo bloccati, tra cui l'Idd.
Proprio come Eni, anche Chevron sta intensificando gli sforzi per estrarre petrolio e gas dall’Algeria e contribuire a compensare le perdite di forniture dalla Russia dovute alle sanzioni europee. Ebbene, secondo Bloomberg, l'Algeria spera di concludere l’accordo energetico con il colosso statunitense entro quest'anno. "Stiamo discutendo sulla scelta dei perimetri", ha dichiarato a Bloomberg Toufik Hakkar, amministratore delegato dell'azienda energetica statale, Sonatrach. "Restano gli aspetti contrattuali. Il nostro obiettivo è concludere il contratto nel corso di quest'anno".
L'Algeria, membro dell'Opec, possiede alcune delle più grandi riserve di petrolio e gas dell'Africa ed esporta già volumi significativi in Europa. Tuttavia, anni di cattiva gestione e mancanza di investimenti hanno ostacolato gli sforzi per pomparne di più. Ma l’invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha spinto le compagnie energetiche occidentali a incrementare gli acquisti di gas dal Paese, come ha fatto di recente l’Italia.