MENU
Azienda Energetico

Fotovoltaico cinese? Costa poco ma inquina troppo

Il costo dell'energia solare è crollato grazie alla diminuzione del costo dei pannelli solari, con un ruolo fondamentale del Dragone, favorendo così l'aumento della produzione di energia solare negli ultimi due anni, cresciuta del 48% negli Usa e del 34% nell'Unione Europea. Come noto, in Cina viene prodotto l'82% del polisilicio, elemento fondamentale per la realizzazione delle celle


05/08/2021 11:56

di Nicola Carosielli - Class Editori

Rinnovabili

L'energia rinnovabile da fotovoltaico potrebbe non essere verde quanto crediamo. Questo almeno finchè non si risolverà il legame tra la produzione di pannelli fotovoltaici in Cina (leader della tecnologia) al carbone. Il costo dell'energia solare è crollato grazie alla diminuzione del costo dei pannelli solari, con un ruolo fondamentale del Dragone, favorendo così l'aumento della produzione di energia solare negli ultimi due anni, cresciuta del 48% negli Usa e del 34% nell'Unione Europea. Come noto, in Cina viene prodotto l'82% del polisilicio, elemento fondamentale per la realizzazione delle celle fotovoltaiche e quindi dell'intera catena di realizzazione dei pannelli.

Anzi, secondo Bloomberg New Energy Finance, il 95% dei pannelli solari presenti sul mercato, anche prodotti in altri Paesi, sono fatti di polisilicio che proviene dal Xinjiang. Una questione evidentemente di prezzo, ma che non consta solo di basso costo del lavoro. Oltre il 40% dei costi operativi di chi produce polisilicio è infatti assorbito dall'energia e in Cina il costo dell'energia è molto basso grazie a una distesa di centrali a carbone disseminate in aree scarsamente popolate del Xinjiang e della Mongolia interna, dove si trovano le (energivore) fabbriche di polisilicio, volute dalle autorità cinesi per supportare i produttori di silicio policristallino.

Come spiegato recentemente da Fengqi You, professore della Cornell University, «produrre i pannelli solari in Cina crea circa il doppio delle emissioni di diossido di carbonio rispetto alla loro realizzazione in Europa». Questo significa che «in Paesi come Norvegia e Francia, dove la produzione dell'energia non è basata principalmente sui combustibili fossili, i pannelli solari cinesi non riducono affatto le emissioni». In sostanza, «l'energia prodotta è pulita ma la produzione dei pannelli genera molte emissioni». D'altro canto, va considerato, per quanto non sarà semplice, il tentativo di molti Paesi nell'arginare questo problema. Ad esempio, l'Unione Europea starebbe valutando se regolamentare il contenuto di carbonio dei pannelli venduti in tutto il blocco delle 27 nazioni. (riproduzione riservata)


Chiudi finestra
Accedi