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Italia-Tunisia, l'interconnessione elettrica fa passi avanti

Al cavo sottomarino che porterà a uno scambio di elettricità fra le due sponde del mediterraneo, si aggiungerà anche un cavo per la banda larga per facilitare la trasmissione di dati. Lo ha detto il vicepremier Di Maio, durante la missione imprenditoriale a Tunisi. Sul grande progetto di interconnessione elettrica da 600 milioni di euro sono impegnate Terna e Steg, la società energetica tunisina


30/04/2019 16:35

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

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«Stiamo firmando un accordo importante sull'interconnessi elettrica e lo stesso cavo che porterà l'elettricità avrà a fianco un cavo per la banda larga».
Lo ha affermato il vice premier Luigi Di Maio, a margine del vertice bilaterale italo-tunisino in corso a Tunisi, aggiungendo che «le aziende italiane potranno fare grandi investimenti sulle energie rinnovabili e potranno fornire energia elettrica all'Italia attraverso l'energia rinnovabile prodotta In Tunisia».

Secondo il ministro allo sviluppo economico, «non solo l'Europa potrà fornire più elettricità al Nord Africa, attraverso questa infrastruttura, per sopperire alla grande richiesta di questi Paesi, ma allo stesso tempo potremmo decidere di fare investimenti congiunti in rinnovabili qui che sono più produttivi perchè hanno un'esposizione solare ed eolica più alta».

Del progetto di collegamento con un cavo sottomarino tra Tunisia e la Sicilia si parla da anni, ma solo l'anno scorso c'è stata un'accelerazione grazie al finanziamento concesso dall World bank di 13,4 milioni di dollari per avviare i diversi studi di fattibiità.

Il progetto è affidato a Terna, primo operatore di rete in Europa, guidato Luigi Ferraris che lo sta portando avanti insieme all’azienda elettrica pubblica tunisina, Steg.Secondo gli studi preliminari un cavo sottomarino collegherà la costa tunisina con la Sicilia. «È un progetto ambizioso, di grande valore dal punto di vista sia economico che politico per tutta l’area nord-africana», ha spiegato Luigi Michi, capo Strategia e Sviluppo di Terna.

L’opera, che dovrebbe comportare un investimento di circa 600 milioni di euro, finanziato al 50% da fondi europei e per il resto pariteticamente dalle due aziende, collegherà il sistema elettrico nordafricano con quello europeo, generando una capacità di scambio di 600 MW e benefici molto significativi non solo per gli utenti elettrici su entrambe le sponde, ma anche per l’economia dell’intera regione. Cesi, il cetro di ricerche sull'energia controllato da Terna e Enel, ha completato lo studio di fattibilità della futura interconnessione nel 2017.

Il finanziamento ottenuto dalla World Bank indica che il progetto è strategico non solo per i due Paesi, ma anche per l’Europa, nell’ottica della creazione di una rete elettrica Euro-Mediterranea, in grado di connettere il mercato nordafricano con quello europeo.

Le dichiarazioni di Di Maio indicano che il progetto iniziale haavuto un'ulteriore implementazione sul fronte delle connessioni con rete dati. Il forum economico in corso a Tunisi, che segue la missioni politico-imprenditoriale, ha evidenziato lepotenzialità dei forti legami economici tra i due paesi, cementati dalla presenza di 800 imprese italiane in Tunisia che danno lavoro a 6.500 locali.

 

 

La Tunisia è uno dei mercati più attraenti della sponda sud del Mediterraneo per la vicinanza geografica, la rete di accordi commerciali con l`Unione europea, la nuova normativa in materia di attrazione degli investimenti esteri e le specializzazioni produttive manifatturiere soprattutto nei settori ad alto valore aggiunto. È il secondo partner commerciale dell'Italia, dopo la Turchia, nell' area del Mediterraneo con un export nel 2018 pari a 3.469 milioni di euro e un incremento rispetto al 2017 dell'8,7%.

La missione in corso ha come obiettivo l'approfondimento delle opportunità di business, soprattutto nei futuri progetti messi a punto dal governo tunisino in alcuni settori chiave: agricoltura, meccanica agricola e tecnologie per la trasformazione alimentare, infrastrutture e costruzioni ed energie rinnovabili e vedrà la partecipazione di 48 aziende, 5 associazioni imprenditoriali e 4 banche per un totale di 114 delegati imprenditoriali e istituzionali.

 

Sul fronte delle rinnovabile sono attive Enel Green Power, che per il momento ha manifestato solo l'intenzione di partecipare a delle gare, e Terni Energia del gruppo Italeaf. Il Tunisia Solar Plan prevede l’installazione di 320 MW di impianti in capo a STEG, la società pubblica di elettricità,  e 680 MW promossi e sviluppati da privati. Una prima tranche è stata affidata a Terni Energia con una commessa del valore di 12,5 milioni di dollari che prevede la realizzazione di un impianto da 10 MWp. L’impianto è installato vicino a Tozeur, 450 chilometri a sud di Tunisi, ai margini del deserto del Sahara. 

Un altro investimento strategico italiano in Tunisia è quello del gruppo Prysmian nel joint venture con Cables Tunisia di proprietà del Gruppo Onetch, produttore ed esportatore leader nel settore dei cavi energia e di telecomunicazioni. Sfruttando queste competenze, a partire dal 2001, Auto Cables Tunisia ha sviluppato le proprie attività nella progettazione e produzione di cavi elettrici per auto. Attualmente, tra i suoi clienti si contano numerosi e importanti marchi europei. Auto Cables Tunisia dispone di un’unità di produzione situata a meno di 2 ore dalla maggior parte delle capitali europee ed è in grado di far fronte a molteplici esigenze nel settore dei cavi per il settore automobilistico. 

 


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