La Banca centrale cinese acquisterà prestiti dagli istituti di credito regionali e condurrà operazioni di swap sui tassi di interesse per incoraggiare gli istituti di credito a concedere maggiori finanziamenti ed estendere le scadenze dei rimborsi delle piccole imprese colpite duramente dalla pandemia di coronavirus. Una sorta di quantitative easing dalle caratteristiche cinesi. La People's bank of China farà ricorso a 400 miliardi di yuan, pari a circa 56 miliadi di dollari, per comprare prestiti emessi da istituti di credito regionali, con l'intento di attivare prestiti per almeno mille miliardi di yuan.
Le banche qualificate dovranno abbassare i tassi di prestito per le piccole e medie imprese, verso cui si sta concentrando l'azione del governo, e riacquistare i finanziamenti dopo un anno. Dal che canto suo la PboC non sosterrà i rischi di credito dei prestiti acquistati.
A loro volta le aziende beneficiarie saranno tenute a non licenziare i lavoratori. La Banca centrale ha poi deciso di fornire 40 miliardi di yuan di fondi relending e di effettuare operazioni di swap sui tassi di interesse con le banche locali attraverso uno special purpose vehicle. Con tale mossa la PBoC vuole spingere gli istituti di credito a concedere proroghe per un importo previsto di 3.700 miliardi di yuan sui rimborsi dei prestiti alle piccole imprese.
L'operazione potrebbe favorire la crescita del credito e stabilizzare il mercato del lavoro, scrivono gli economisti Nomura. Tuttavia i piccoli istituti di credito regionali potrebbero dover sostenere i rischi finanziari dei prestiti temporaneamente acquistati dalla Banca centrale, puntualizzano gli esperti. La mossa rappresenta uno dei numerosi passi della PboC per implementare lo stimolo monetario. Secondo gli economisti, la Banca centrale dovrebbe iniettare più fondi attraverso operazioni di mercato aperto e ridurre il coefficiente di riserva. (riproduzione riservata)