Improvvisa e inattesa virata pro-Cina di uno dei giganti tecnologici Usa, Microsoft. Il gruppo fondatto da Bill Gates e Paul Allen, che da tempo hanno lasciato tutte le cariche operative ai manager, ha annunciato che incrementerà le assunzioni della sua filiale cinese di 1.000 unità portandole a 10.000, mentre si prepara a festeggiare il suo 30° anno di attività nel mercato del Dragone.
ll gruppo guidato dall'indiano Satya Nadella, presidente e ceo, le cui azioni sono una delle blue chips del Nasdaq, ha annunciato anche che espanderà nei prossimi tre anni i campus di Suzhou, Shanghai e Pechino che rappresentano i pilastri dell'attività in Cina insieme ai 13 uffici commerciali in altrettante città cinesi. Secondo un report della stessa Microsoft, circa l'80% dei suoi dipendenti in Cina lavora in ricerca e sviluppo.
L'annuncio ha sorpreso la comunità finanziaria perché un anno fa LinkedIn, la piattaforma di networking del gruppo, ha deciso di lasciare il mercato cinese dove contava su circa 50 milioni di contatti, spiegando la mossa con le crescenti difficoltà normative di quel mercato. Nell'occasione Nadella aveva rilasciato dichiarazioni che sembravano preludere a una ritirata dell'intero gruppo. Oggi pare che il mood sia cambiato e, forse, non è casuale che l'annuncio arrivi a pochi giorni dall'atteso congresso del Partito comunista.
La società di Redmond ha chiuso l'ultimo esercizio il 30 giugno scorso sfiorando 200 miliardi di dollari di fatturato (198,2) in crescita del 18% dall'esercizio precedente con un margine operativo di 83,3 miliardi (+19%) e un utile netto di 72 miliardi. Oggi la sua capitalizzazione è di 1.775 miliardi di dollari. (riproduzione riservata)