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Retelit, dal sud Italia parte la Via della Seta sottomarina

La società guidata da Federico Protto propone il Sud Italia quale centro nevralgico della trasmissione dati tra Oriente e Occidente. Retelit è all'interno del progetto che ha posato 25mila chilometri di cavo che corre da Bari a Hong Kong. E ora punta alla crescita attraverso acquisizioni


10/04/2019 18:42

di Mauro Romano - Class Editori

La via della Seta sottomarina
Federico Protto

Venticinquemila chilometri di fibra ottica che corre in parte sotto il mare dal Sud Italia alla Cina. Il progetto che coinvolge 19 aziende di 19 società è costato 850 milioni di dollari e ora si presenta coma la Via della Seta sottomarina nei fondali dell'Oceano Indiano

 «Attraverso questo cavo che di fatto anticipa la Via della Seta», dice Federico Protto, ceo di Retelit a colloquio con Italia Oggi, «l'Europa, da Bari, viene collegata col Middle e Far East e con l'India. Come stanno facendo gli Stati Uniti, anche l'Europa e l'Italia debbono guardare a quei mercati, potenzialmente i più interessanti per il business del futuro».

La società, quotata nel segmento Star di Piazza Affari, con 100 dipendenti e 73 milioni di fatturato, che dovrebbero crescere a 78 milioni quest'anno, è la rappresentante italiana del pool di società coinvolte nel progetto.

L’obiettivo del società, che si occupa di servizi e infrastrutture digitali per le imprese, è di fare del capoluogo pugliese un hub strategico per veicolare il traffico dati, insidiando il primato di Marsiglia nel Mediterraneo,

«Riteniamo che il Sud Italia rappresenti un'opportunità fondamentale per raccogliere e movimentare il traffico che arriva dal Sud Europa» aveva spiegato Protto lo scorso novembre, dettagliando la costruzione di una rete nel Mezzogiorno che comprende anche la Sicilia e commentando il raddoppio con due anni d’anticipo sulle previsioni della capacità di trasmissione del cavo AAE-1 da 100 GB a 200 GB

 La società è nata nel 1999. I tre maggiori singoli azionisti sono Bousval, società controllata da Libyan Post Telecommunications Information Technology Company (14%), l'italiana Fiber 4.0 (12,8%) che fa capo al finanziere Raffaele Mincione, noto per i suoi tentativi di scalata alle banche, e la tedesca Axxion (9,9%) un fondo di fondi creato dal finanziere  Thomas Amend che gestisce 9 miliardi di euro di fondi, distribuiti su 150 veicoli diversi.

Retelit, che ha un flottante del 56%, possiede 12.500 chilometri di cavi dislocati soprattutto sotto le grandi città del Centro-Nord e 15 Data Center. «Abbiamo un programma di crescita attraverso acquisizioni», ha continuato il manager.

«Il settore è molto parcellizzato, vi sono circa 200 operatori che offrono collegamenti con fibra ottica, ovviamente la maggior parte solo a livello locale. Noi pensiamo di allargare la nostra copertura del territorio nazionale incorporando alcuni di questi operatori. D'altra parte la digitalizzazione è entrata prepotentemente nel mondo delle imprese, c'è tanta richiesta, i dati debbono circolare con sicurezza e venire interpretati in tempo reale, Solo gruppi strutturati possono essere interlocutori appropriati».


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