I primi tre mesi del 2020 hanno visto le vendite di smartphone cinesi in Italia crescere a tre e addirittura quattro cifre. Se Huawei in realtà flette di un 27%, l'exploit è da attribuire a Xiaomi e Oppo.
I primi, secondo le stime Canalys, società specializzata nello studio del mercato telefonico, hanno registrato una crescita del 306%. Numeri in linea con le aperture del 2019 anno in cui, sottolinea Francesco Zhou, volto di Xiaomi in Italia in un post su Linkedin, le aperture dei negozi sono triplicate. Il gruppo pechinese guidato da Lei Jun sta a poco a poco avvicinando Huawei nelle preferenze dei consumatori europei. Per Oppo il balzo è stato addirittura del 1.502%, anche se con fette di mercato ancora risicate.
Il produttore sta però puntando sul mercato europeo. L'ultima mossa in ordine di tempo è l'asse con Vodafone per la distribuzione attraverso i canali retail nel Regno Unito, in Spagna, in Portogallo, in Turchia e nei Paesi Bassi.
Guardando ai numeri Oppo conta oggi per appena il 2% de mercato europeo. Il balzo dei primo trimestre ha però catapultato la società di Dongguan al quinto posto per vendite, sia in Europa sia in Italia dove tra gennaio e marzo ha tallonato Apple. Numeri certo ancora lontani da quelli di Xiaomi, forte del 14% delle quote di mercato e di Huawei con il 21%.
Le percentuali vanno però inquadrate nelle condizioni del primo trimestre 2020, segnato dalle conseguenze dell'epidemia di Covid-19. Sul mercato degli smartphone, dicono le cifre di Canalys, questo si è tradotto in un calo dei carichi del 13% pari a circa 272 milioni di unità. Già lo scorso settembre comunque Oppo aveva segnalato l'importanza rivestita dalle esportazioni all'interno del proprio business. Oltre la metà dei carichi era infatti inviata fuori dalla Cina. Di contro è proprio nella Repubblica popolare che la società deve guardarsi le spalle dalla concorrenza di Huawei. Il colosso di Shenzhen sta moltiplicando gli sforzi sul mercato domestico, ricorda il South China Morning Post. Una strategia legata allo scontro con gli Stati Uniti e all'ostracismo dell'amministrazione Trump, con l'intento di tagliare il gruppo fuori dalle filiere estere per ragioni di sicurezza nazionale. (riproduzione riservata)