Xiaomi vuole produrre le proprie auto elettriche in serie dal primo semestre del 2024. Lo ha annunciato il ceo Lei Jun durante un evento per gli investitori, specificando che la prima fabbrica di auto elettriche di Xiaomi avrà sede a Pechino. La nuova divisione che produrrà l'auto elettrica, registrata alla fine di agosto, ha assunto più di 450 nuovi dipendenti.
Dopo l'annuncio, il titolo di Xiaomi è rimbalzato alla Borsa di Hong Kong, chiudendo in rialzo del 5,4% a 22,5 dollari di Hong Kong. Lo scorso marzo, il produttore cinese di elettronica aveva annunciato un investimento da 10 miliardi di dollari per la nuova divisione di auto elettriche nell'arco dei prossimi dieci anni, unendosi alla schiera di aziende del settore tech intenzionate a inserirsi nel fiorente mercato dei veicoli elettrici, come Alibaba, Tencent e Baidu.
Anche se il governo vorrebbe che il caotico settore delle auto elettriche si muovesse verso un consolidamento, gli analisti ritengono che il mercato dell'elettrico in Cina - dove le vendite sono più che triplicate nei primi nove mesi di quest'anno rispetto a un anno prima - rimarrà profittevole anche per i nuovi arrivati, comprese le aziende del ramo tecnologico, che stanno stringendo partnership con le case automobilistiche piuttosto che costruire veicoli in proprio.
Lei ha riferito che i progressi fatti dalla divisione automobilistica di Xiaomi sono stati più rapidi del previsto. Non è ancora chiaro, tuttavia, se l'azienda produrrà auto in modo indipendente o attraverso collaborazioni con altre case automobilistiche.
Il mese scorso, un fondo d'investimento supportato da Xiaomi é diventato il secondo azionista della divisione di batterie per veicoli elettrici di Ganfeng Lithium, il più grande produttore di litio per capitalizzazione di mercato.
Nel maggio scorso Xiaomi era stata rimossa dalla lista nera del Ministero della Difesa di Washington, che elenca le società cinesi potenzialmente pericolose per la difesa degli Stai Uniti.
Fondata nel 2010 da Lei Jun, Xiaomi ha impiegato solo cinque anni per raggiungere la vetta del mercato cinese degli smartphone vendendo alla classe emergente cinese di consumatori connessi a Internet. I gadget economici ma dal design elegante dell'azienda si sono diffusi nelle case di tutta la Cina e hanno fatto rapidamente breccia nella vicina India.
Tuttavia, l'ascesa di Huawei e di smartphone emergenti più veloci come Oppo e Vivo hanno messo l'azienda sulla difensiva, facendole perdere terreno in casa e bloccandone la crescita globale. Di qui la decisione comunicata la scorsa primavera dio diversificare la produzione. (riproduzione riservata)