La Cina è già a un quarto del percorso di transizione elettrica. Le auto a batteria sono state responsabili per il 27% delle vendite complessive a luglio. Una quota di mercato simile a quella registrata nei mesi precedenti che ha spinto l'associazione dei costruttori locale a rivedere al rialzo le previsioni per l'intero anno.
Ora la China Passenger Car Association calcola che il 2022 si concluderà con 6 milioni di auto elettriche immatricolate, circa un quarto del totale e il doppio rispetto al dato del 2021. La stima potrebbe anzi rivelarsi errata per difetto, secondo la stessa Cpa, perché la richiesta di alimentazioni alternative da parte dei clienti cinesi è in costante crescita mese dopo mese.
Non stupisce allora che tutti i costruttori occidentali ambiscano a soddisfare questa domanda. Sinora, in effetti, le case tedesche e, in misura minore, General Motors sono riuscite a ritagliarsi una quota importante nel mercato cinese che è stato per anni motore dei loro ricavi e utili. Più di recente, però, l'esercizio si è fatto più complesso per via delle iniziative protezionistiche del governo di Pechino che sta privilegiando negli incentivi i produttori domestici (così come, del resto, si apprestano a fare gli Stati Uniti). Nel primo semestre, così, le vendite delle case tedesche in Cina sono scese del 20%, quelle degli statunitensi del 19%, quelle dei giapponesi del 14%, mentre le immatricolazioni delle case cinesi sono aumentate dell'11%. (riproduzione riservata)