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Pivetti, per guardare a Oriente servono i binari in azienda

Per la presidente di Assofer, l'associazione che riunisce il mondo del cargo ferroviario tricolore, l'Italia deve recuperare il ritardo nel trasporto sul ferro. Occorre tessere relazioni con la Cina che oggi, quando parla di Europa, intende principalmente la Germania


25/10/2019 15:58

di Andrea Pira - Class Editori

Assoferr
Irene Pivetti

“Quando parlo con le controparti cinesi mi accorgo che per loro Europa vuol dire principalmente Germania. Ai porti ferroviari cinesi entusiasti per gli 8-9 treni verso il Vecchio Continente, ricordo gli altri 9 treni persi  e da recuperare attraverso una relazione più stretta con l’Italia”.

Irene Pivetti, dallo scorso giugno alla presidente di Assoferr, l’associazione che riunisce il mondo del cargo ferroviario italiano, va dritta al punto parlando con classxhsilkroad.it  in occasione della quarta edizione del  Forum di Pietrarsa in calendario quest’anno a Triste il 24 ottobre.

 L’Italia spiega, ha bisogno di recuperare il terreno perduto. In passato il Paese ha scontato la necessità di far coincidere l’interesse nazionale con quello del principale incumbent dell’auto, prediligendo quindi il trasporto su gomma. Oggi che il ruolo di Fca è meno preponderante si continua a faticare. “L’Itala ha abdicato al ruolo della ferrovia”,  spiega Pivetti, “Ma una filiera industriale deve poter contare su un efficiente trasporto ferroviario, occorre quindi ribaltare la situazione”.

 Assoferr non manca di indicare soluzioni. Una guarda alla Svizzera, dove le aziende hanno il diritto di richiedere la costruzione di binari direttamente negli stabilimenti per facilitare il trasporto merci. “Da noi è avvenuto l’esatto opposto”, lamenta  l’ex presidente della Camera. ”Le grandi opere sono importanti, ma ancora di più lo sono le mille piccole opere di efficientamento della rete.

 Soltanto così, fornendo le infrastrutture portuali di adeguati collegamenti,  l’Italia potrà a pieno guardare a Oriente. Occorre però giocare d’anticipo per spostare verso l’Europa del Sud  i flussi. Il porto di Trieste, uno degli scali indicati dalla Ue come prioritari nei collegamenti con l’Asia,  rischia ora la concorrenza del Pireo, controllato dal 2016 dai cinesi di Cosco. “Occorre anticipare le iniziative greche per colmare il gap in infrastrutture ferroviarie che oggi rendono difficile il trasporto merci dalla Grecia all’Europa  centrale, così da non perdere la competitività di Trieste”, sottolinea  ancora Pivetti.

 Il Forum avrebbe dovuto affrontare anche il nodo Bielorussia, Paese chiave per snellire la circolazione ferroviaria evitando di saturare le linee polacche nelle tratte verso la Russia e la Cina.

Un’ultima considerazione riguarda la firma del memorandum d’intesa con Pechino per  la cooperazione lungo la nuova Via della Seta. “Da dieci anni mi occupo di Cina, ancora di recente abbiamo parto un business center  a Tianjin. Il protocollo va nella giusta direzione per creare una leale e corretta gestione dei rapporti con la Cina”. (riproduzione riservata)


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