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La Bei rafforza i corridoi europei. Finanziata la ferrovia Capodistria- Divaccia.

L'Istituto con sede in Lussemburgo prepara 250 milioni per il raddoppio della linea. Saranno dimezzati i tempi di percorrenza e aumenterà la capacità dell'infrastruttura, passando da 90 a 220 treni giornalieri. Lo scorso giugno il porto sloveno aveva siglato un accordo di collaborazione con Ningbo


15/02/2019 14:37

di Mauro Romano - Class Editori

La Bei finanzia la ferrovia Capodistria-Divaccia

Il raddoppio della ferrovia che collega il porto di Capodistria  all’hub sloveno di Divaccia potrà presto contare su risorse fresche messe a disposizione della Banca europea per gli investimenti. L’istituto con sede in Lussemburgo ha allo studio un finanziamento da 250 milioni di euro per l’infrastruttura slovena. 

L’ok del board è dato per certo. L’operazione è stata resa pubblica sul sito della Bei, il segnale che l’approvazione potrebbe arrivare in tempi stretti, mentre l’agenzia di stampa Sta, citando la stessa 2TDK, società statale slovena che gestisce il progetto, dà praticamente per assicurato il finanziamento. Già una settimana fa  il programma di investimento era stato presentato ai partner della coalizione di governo dal ministro della Infrastrutture, Alenka Bratusek.  

La linea sarà pronta entro 2025.  Denominata "Secondo Binario", fornirà infatti un percorso a doppio binario in congiunzione con la linea a binario unico già esistente caratterizzata da una forte pendenza. Di fatto ci sarà un potenziamento, il cui costo complessivo è di 1,2 miliardi di euro dei quali  522 milioni a carico dello Stato, con la realizzazione di sette gallerie che ridurranno il tracciato a 27 chilometri e l’eliminazione di colli di bottiglia. 

Sarà in questo modo potenziata la capacità di collegamento tra Capodistria e i due corridoi europei dei trasporti che attraversano la Slovenia. Il primo è quello Baltico-Adriatico, corridoio che interessa anche l’Italia. Si estende  dai porti polacchi di Gdansk e Gdynia e da Szczecin e da Swinoujscie, attraversando la Repubblica Ceca e l’Austria orientale, fino a  Capodistria e i porti di Trieste, Venezia e Ravenna.  L’Italia è coinvolta anche nel secondo dei corridoi interessati, quello Mediterraneo, che collega i porti di Algeciras, Cartagena, Valencia, Tarragona e Barcellona con l’Ungheria, toccando la Francia, il Nord Italia e appunto la Slovenia

Come scriveva lo scorso agosto il MediTelegraph, pubblicazione specializzata in shipping e trasporto intermodale, una volta terminati i lavori le stime prevedono che il numero dei treni che ogni giorno percorreranno la tratta salirà a 220, dagli attuali 90, portando la velocità a 160 chilometri orari e dimezzando i tempi di percorrenza ora attorno ai tre quarti d'ora. 

Allo scorso giugno risale invece l’accordo di cooperazione tra il porto di Capodistria e lo scalo cinese di Ningbo, sancendo l’ingresso ufficiale dell’infrastruttura slovena all’interno della Belt & Road Initiative, lanciata da Pechino nel 2013. Lo scopo dell’intesa è di incrementare le connessione marittime e quindi sostenere gli scambi commerciali tra la Repubblica popolare e l’Europa centrale.

A confermare i rapporti tra Italia e Slovenia è arrivata infine la notizia dell'operazione condotta da Generali che ha completato l'acquisizione di Adriatic Slovenica, e di Kd Funds. Il gruppo del Leone ha infatti ricevuto le approvazioni degli organi regolamentari e delle autorità per la concorrenza, comprese quelle della Commissione europea, degli organi regolamentari sloveni e dell'Ivass (l'Istituto italiano per la vigilanza sulle assicurazioni).

L'accordo con l'azionista unico di Adriatic Slovenia, Kd Group, è stato firmato a maggio 2018. All'operazione seguirà il processo di integrazione della compagnia assicurativa Adriatic Slovenica e delle sue agenzie nella struttura di Generali  nella regione Cee. Adriatic Slovenica fornisce una vasta gamma di prodotti danni, salute, vita e pensionistici, con oltre 1,7 milioni di contratti di assicurazione e 500 mila clienti. L'acquisizione include Kd Funds, un fondo comune di investimento con oltre 750 milioni di asset in gestione, al terzo posto in Slovenia con una quota di mercato del 20%, presente anche in Croazia e Macedonia.

 


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