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La Belt and Road riprende slancio con investimenti mirati

Nei primi 11 mesi dello scorso anno i nuovi contratti siglati dalle imprese cinesi hanno raggiunto un controvalore di 128 miliardi di dollari. Un balzo del 41% rispetto allo stesso periodo del 2018. Lungo la via della seta gli investimenti delle imprese del Dragone nei primi undici mesi dello scorso anno hanno interessato 56 Paesi, per un totale di 12,7 miliardi di dollari, pari a quasi il 13% degli investimenti esteri complessivi.


20/01/2020 12:34

di Mauro Romano - Class Editori

Bri, aumentano i contratti

La Belt & Road Initiative riprende slancio dopo un anno in cui il progetto sembra aver perso l'iniziale spinta. Nei primi 11 mesi dello scorso anno i nuovi contratti siglati dalle imprese cinesi hanno raggiunto un controvalore di 128 miliardi di dollari. Un balzo del 41% rispetto allo stesso periodo del 2018, anno in cui il progetto lanciato da Pechino cinque anni prima era stato bersaglio di critiche per i timori sulla sostenibilità finanziaria dell'iniziativa, in particolare per Paesi ad alto debito. Gli ultimi in ordine di tempo riguardano la metropolitana di Belgrado, una linea ferroviaria sopraelevata a Bogotà, un data center a Nairobi. 

I numeri forniti dal ministero del Commercio segnalano quindi una ripresa del progetto, improntato ora verso una maggiore attenzione all'ambientalismo e alla tenuta finanziaria. Queste le direttrici indicate la scorsa primavera in occasione della seconda edizione del Forum per la cooperazione sulla Bri convocato a Pechino dal presidente cinese Xi Jinping per rilanciare la nuova Via della Seta, dopo gli stop e gli ostacoli a progetti di primo piano in Malaysia, Sri Lanka e Pakistan, così come dubbi a livello internazionale. 

Ad avvantaggiarsi dello slancio sono state tuttavia soprattutto le stesse imprese cinesi. Sono le aziende del Dragone, i grandi gruppi statali, a essersi accapparrate contratti pubblici in giro per il mondo. Secondo un recente sondaggio della Camera di commercio europea, appena 20 imprese su 132 aziende sondate si sono candidate a  progetti lungo la Bri e di queste soltanto la metà ha ottenuto commesse. 

Attualmente le imprese europee sono impegnate in contratti nella nuova Via della Seta in circa 30 Paesi, dal Vietnam agli Emirati Arabi, dalla Romania all'Italia, all'Argentina e al Brasile. 

Sempre nel periodo gennaio-novembre sono calati dell'1,2% gli investimenti diretti all'estero delle aziende cinesi. Lungo la via della seta gli investimenti delle imprese del Dragone nei primi undici mesi dello scorso anno hanno interessato 56 Paesi, per un totale di 12,7 miliardi di dollari, pari a quasi il 13% degli investimenti esteri complessivi.

Nel dare conto delle cifre, un portavoce del ministero del Commercio, lo scorso dicembre, sottolineava il taglio netto con gli investimenti considerati in qualche modo irrazionali.  L'altra grande spinta è arrivata dai progetti infrastrutturali. Sono stati 682 i contratti siglati tra gennaio e novembre. (riproduzione riservata)


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