Trieste ha ripreso contatti con la Cina per lo sviluppo della filiera del vino. "Quel che si è seminato, pur in situazione molto complessa va avanti e i rapporti non sono cessati", ha spiegato il segretario generale dell'Autorità portuale di Trieste, Mario Sommariva, intervenendo in una videoconferenza organizzata dall'associazione Luoghi comunii. Continuano invece a subire il riflesso dell'emergenza sanitaria, gli altri due progetti legati al cosiddetto trihub, progetto previsto dal memorandum d'intesa siglato un anno fa con China Communication Construction Company (CCCC). Sono quindi ancora sospesi sia il progetto di sviluppo ferroviario sia il piano industriale della piattaforma logistica slovacca di Kosice, che il colosso cinese sta costrunedo.
Nel primo caso, progetto da 200 milioni di euro in gran parte già finanziati, è previsto un intervento di CCCC sul nodo ferroviario triestino che per il 70% fa capo a Rete Ferroviaria Italiana.
Il terzo tassello dell'intesa, quello che sta andando avanti, prevede lo sviluppo di progetti nelle Repubblica popolare. per esempio piattaforme logistiche che potrebbero facilitare l'esportazione di prodotti italiani in Cina.
Trieste è stata inserita dall'Unione europea tra la infrastrutture prioritarie per sviluppare i collegamenti con l'Asia. In questa cornice e nell'ambito della cooperazione sino-italiana, lo scorso anno Zeno D'Agostino ha siglato n memorandum di collaborazione per lo sviluppo di aree industriali nella Repubblica popolare. L'intesa permetterà lo sviluppo di progetti pilota nelle aree di Guangzhou e di Jiangsu, nel retroterra dei porti di Shanghai, Ningbo e Shenzen. Il gruppo cinese e il porto triestino collaboreranno anche per permettere l'attivazione nel territorio regionale da parte del gruppo cinese di uno o più magazzini.
"A marzo abbiamo tenuto, ad aprile cominciamo a sentire sofferenza, maggio forse sarà il mese peggiore a causa dei riflessi sul traffico dalla Cina", considerando che dall'Estremo Oriente a Trieste ci sono 24 giorni di navigazione", ha tuttavia dovuto ammettere Sommariva.
Nel 2019 Trieste si conferma primo porto d’Italia, grazie a 62 milioni di tonnellate movimentate, in leggero (-1%) calo sul 2018, cui si aggiungono 4 milioni dello scalo di Monfalcone. Il porto giuliano si conferma così, con i numeri, come il principale terminal italiano sulle Nuove Vie della Seta, percorse dai flussi di merci che prima via mare e poi via ferro, dall'Oriente raggiungono, nel minor tempo e con i costipiù bassi, i ricchi mercati dell'Europa centrale.
Il traffico container ha registrato lo sviluppo più dinamico, toccando i 790mila teu con un incremento del 9% sul 2018. Si tratta del record storico per il porto, oltre che dell’aumento più alto fra tutti i settori merceologici. Dall’altro il traffico ferroviario, già fortemente irrobustito negli ultimi anni, porta al consolidamento dei dati raggiunti nel 2018, arrivando al traguardo di 10 mila treni e 210 mila camion tolti dalla strada.