La Belt and Road Initiative, che è stata ufficialmente proposta dal presidente cinese Xi Jinping, fornisce nuove motivazioni per il ciclo di globalizzazione e di sviluppo economico della Cina del prossimo futuro. A partire da marzo 2020, 138 paesi hanno aderito alla Belt and Road Initiative (BRI) firmando un protocollo d'intesa (MoU) con la Cina.
Gli scambi tra i paesi partner Bri sono ammontati a 9,27 trilioni di yuan (circa 1,34 trilioni di dollari) nel 2019, in crescita del 10,8% su base annua e superando la crescita commerciale aggregata del paese di 7,4 punti percentuali, secondo l'Amministrazione generale delle dogane della Cina (GAC).
Nel periodo 2014-2019, il volume totale degli scambi tra Cina e paesi BRI ha superato i 44 trilioni di yuan, con una crescita media annua del 6,1 per cento. La Cina è diventata il principale partner commerciale di 25 dei paesi partecipanti e lo scorso anno la quota dei paesi BRI ammontava a quasi il 30% del commercio totale della Cina, con un aumento di 2 punti percentuali rispetto al 2018.
Senza dubbio, la BRI diventerà uno dei progetti di sviluppo internazionale più progressivi mai concepiti, con investimenti previsti di quasi 1 trilione di dollari americani. Ha già creato e continuerà a creare significative opportunità di investimento per regioni, paesi, aziende e città.
Città, snodi essenziali
Nell'antichità, le città giocavano una parte integrante come tessuto connettivo della via della seta. Nel 2015 l'UNESCO ha lanciato un interessante programma "Le città lungo le vie della seta", definendo il ruolo delle città come snodi essenziali di scambi e commercio. Nella promozione delle moderne vie della seta, le città, in particolare quelle globali, svolgono un ruolo indispensabile e beneficiano inoltre di questa importante iniziativa.
Da un lato, le città in qualità di rappresentanti della diplomazia substatale riflettono la maggiore verticalizzazione degli affari esteri in Cina e diventano attori di primo piano nella promozione della Bri. La chiamo la "terza ondata" di diplomazia substatale dopo Riforma e Apertura. Nella Visione e nelle azioni della Bri, sono state menzionate alcune città snodo e distretti urbani in Cina. Questo riflette la speranza di promuovere uno sviluppo regionale equilibrato all'interno della Cina attraverso la BRI, mentre le città con una migliore predisposizione all'apertura fungono da snodo centrale. Il notevole miglioramento delle condizioni locali attirerà naturalmente l'afflusso di capitali.
D'altra parte, la Bri sta tentando di potenziare le città lungo le rotte commerciali con cinque priorità, ovvero il coordinamento delle politiche, la connettività delle strutture, il commercio senza ostacoli, l'integrazione finanziaria e i legami interpersonali: questi sono considerati i cinque pilastri della Bri. L'ultimo Rapporto Annuale delle Città del Mondo seleziona 351 città in 138 paesi, e classifica 52 diversi tipi di città che fungono da snodo, di cui 15 principali, 11 secondarie, 26 generali e 108 potenziali.
Con l'ulteriore promozione dei principali progetti Bri e gli sviluppi delle regioni lungo la Bri, le città potrebbero portare avanti una rapida urbanizzazione e industrializzazione, diventando un ulteriore volano di sviluppo.
Nel contesto dei diversi tipi di città snodo lungo la BRI, ci sono una miriade di città portuali degne di nota. Un esempio emblematico in Europa è il porto greco del Pireo, che è una città fondamentale lungo la BRI. Nel 2016 la compagnia di navigazione statale Cosco ha acquisito la quota di maggioranza (51%) del porto. Da allora la quantità di merci che passa attraverso il porto è più che triplicata, e questo l'ha reso il porto in più rapida espansione al mondo, il più grande nel Mediterraneo e il terzo più grande in Europa, superando Amburgo.
Durante una visita in Grecia l'anno scorso, il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis hanno annunciato che Cosco investirà circa 600 milioni di euro per sviluppare ulteriormente il Pireo. «L'obiettivo è quello di trasformarlo nel più grande hub di transito tra Europa e Asia e, probabilmente, il più grande porto in Europa.» Il successo del Pireo fornisce un'istantanea dell'immenso potenziale commerciale reso possibile dal crescente commercio e connettività tra la Cina e l'Europa, grazie alla Bri.
Un altro esempio in Asia è rappresentato dal Colombo Port City in Sri Lanka. Nel 2011 è stato firmato un accordo tra la Sri Lanka Ports Authority (SLPA), il Board of Investment (BoI) e la Urban Development Authority (UDA) con la Cina. L'obiettivo principale del progetto era quello di creare non solo un importante hub marittimo, ma anche una città portuale che avrebbe attratto i maggiori investitori privati dall'estero. L'investimento cinese per il Colombo Port City è il più grande singolo investimento diretto nello Sri Lanka, pari a 1,4 miliardi di dollari americani.
Il Port City dovrebbe rappresentare un punto di svolta per lo sviluppo di servizi moderni in Sri Lanka, composto da servizi finanziari, ICT e professionali lungo una rotta che comprende il Dubai International Financial Centre, negli Emirato Arabi Uniti, e il Gujurat International Financial Tec-City, in India. Dopo il suo completamento, previsto nel 2042, lo sviluppo dovrebbe aggiungere 1,5 milioni di unità di spazi per uffici di grado A a Colombo, triplicando la sua attuale capacità di spazi per uffici. Secondo l'ultima valutazione di PwC, supponendo che il Port City sarà operativo al 60%, genererà 122.000 posti di lavoro e attirerà circa mezzo miliardo di dollari in Ide. Numeri ancora più elevati sono previsti durante la fase di costruzione del progetto.
Via della seta sanitaria
Lo scoppio inaspettato della pandemia di COVID-19 all'inizio del 2020 ha avuto un impatto negativo senza precedenti sull'economia mondiale. La pandemia influisce anche sulla promozione della Bri, con ritardi e interruzioni dei piani di costruzione e di investimento della Cina all'estero. Molti progetti sono stati interessati da quando il virus si è diffuso.
Tuttavia, la prospettiva cinese è che l'impatto di Covid-19 sulla Belt and Road sia temporaneo e limitato. Nonostante l'impatto, gli investimenti cinesi nei paesi partner Belt and Road sono aumentati dell'11,7 percento nel primo trimestre e gli scambi commerciali sono aumentati del 3,2 percento. Secondo i dati dell'Amministrazione generale delle dogane cinesi, il commercio estero della Cina con i paesi lungo la Belt and Road ha totalizzato 2,07 trilioni di yuan (301,1 miliardi di dollari USA) nei primi tre mesi di quest'anno. «Da una prospettiva globale e di lungo termine, il Covid-19 rafforzerà e darà nuova energia alla cooperazione Belt and Road e porterà nuove opportunità.»
Le città sono in prima linea nell'affrontare la pandemia e i suoi impatti duraturi. Assisteremo a cambiamenti persistenti sia in forma fisica sia relativi alle strutture economiche e comunitarie. Nel mondo post-pandemia, la Bri darà un forte impulso alle città, affinché ridiano slancio alle loro economie e attraggano maggiori investimenti. La cooperazione sanitaria potrebbe essere una priorità per l'ulteriore promozione della Bri.
Nel 2015 la Cina aveva già affermato l'importanza della governance sanitaria multilaterale. Ora, la Via della seta sanitaria è stata ripresa e rilanciata. Il presidente Xi ha lanciato l'idea di lavorare con l'Italia per costruire una "Via della seta sanitaria" durante una conversazione telefonica con il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte il 16 marzo, che è stato il primo riferimento di alto livello al termine nel mezzo della pandemia di Covid-19.
Nello scenario di una pandemia duratura, la Cina distribuirà sicuramente più capitale per sviluppare progetti di sanità pubblica e proporrà nuove iniziative sanitarie nella BRI, che produrrebbero nuove opportunità di investimento per le città nel lungo periodo. Al fine di ricostruire le proprie economie dopo la pandemia, le città lungo la BRI competeranno tra loro per attirare il massimo afflusso di informazioni e finanziamenti, un modo intelligente per rafforzare i propri settori sanitari al fine di ottenere maggiori investimenti.
* professore associato nel corso di diplomazia alla China Foreign Affairs University