La Banca Mondiale ha approvato il 9 settembre un prestito di 81,3 miliardi di scellini (circa 750 milioni di dollari Usa) per contribuire a migliorare la circolazione di persone e merci, la connettività digitale e l'accesso ai servizi sociali per oltre 3,2 milioni di persone nel nord-est del Kenya.
Il prestito, parte del progetto HoAGDP (Horn of Africa Gateway Development), finanzierà il potenziamento di 365 km dei 740 di cui è composto il corridoio stradale regionale Isiolo-Mandera, che collega il centro del Kenya con il confine somalo a Nord, e anche i 30 km di raccordi, mentre il potenziamento delle rimanenti sezioni sarà finanziato da altri partner per lo sviluppo.
«L'HoAGDP finanzierà anche la posa di un cavo in fibra ottica lungo l'intero corridoio di 740 km, raccordi compresi, a beneficio delle comunità locali; alcune misure di agevolazione del commercio, come i sistemi di gestione delle frontiere e la costruzione di posti di frontiera; la fornitura di infrastrutture socioeconomiche di base per le comunità che vivono lungo il corridoio; il rafforzamento istituzionale, nonché misure di risposta alle emergenze in caso di disastro o catastrofe durante l'intero ciclo di vita del progetto», ha affermato Deborah Wetzel, direttrice del dipartimento integrazione regionale per l'Africa subsahariana, il Medio Oriente e l'Africa settentrionale della Banca mondiale.
Il progetto Kenya-HoAGDP dovrebbe essere completato entro 6 anni ed è il primo di una serie volta a sostenere lo sviluppo di corridoi di trasporto regionali e collegamenti modali nell'ambito dell'iniziativa Corno d'Africa.
«L'integrazione regionale è fondamentale per i Paesi del Corno d'Africa al fine di creare posti di lavoro e ridurre la povertà in modo inclusivo e sostenibile. La Banca Mondiale è partner fondatore della nuova Iniziativa Corno d'Africa, lanciata nel 2019 dai paesi partecipanti per approfondire la loro cooperazione e raggiungere gli obiettivi di sviluppo per le loro popolazioni», ha spiegato Wetzel.
Il Corno d'Africa è una delle regione strategiche dell'Africa Orientale per i traffici marittimi est-ovest e perché da accesso a una delle aree africane con i tassi di sviluppo più significativi degli ultimi anni che comprende Etiopia, Kenya e i loro collegamenti con l'Africa centro-meridionale. Per questi motivi l'intera area è stata tra le prime in Africa oggetto delle iniziative Belt& Road promosse dalla Cina.
Il Kenya è anche uno degli stati dell' Africa orientale che, insieme all' Etiopia, registra la maggior presenza di imprese italiane, tra cui spiccanno Eni, Enel Green Power, Leonardo, Icm, Iveco, la società di trasporti marittimi e logistica Ignazio Messina, e anche molte pmi.
Con 1,6 miliardi di investimenti esteri nel 2018, il 25% in più di un anno prima, il Kenya è uno degli stati africani dove si concentrano gli investimenti europei, che rappresentano il 30% dei flussi totali, attratti da condizioni preferenziali, rispetto ai mercati limitrofi, che il Kenya garantisce in termini di qualità dei servizi, delle infrastrutture e della manodopera. Inoltre, a differenza di altri paesi dell’area, sono diversificati nel manifatturiero, finanza, telecomunicazioni, agribusiness, energia, sanità.
Nei piani della Banca mondiale, i collegamenti stradali potenziati, i collegamenti in fibra ottica e la fornitura di servizi sociali di base attireranno investimenti, faciliteranno il commercio regionale e interno, creeranno posti di lavoro e miglioreranno la condivisione delle informazioni e l'accesso alle opportunità via Internet.
«La promozione delle pari opportunità in tutto il paese e i collegamenti nella subregione incentiveranno la trasformazione del Kenya da un paese a reddito medio basso a un paese a reddito medio entro il 2030», ha affermato Keith Hansen, direttore nazionale della Banca mondiale per il Kenya. (riproduzione riservata)