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Politica

Cina, segnali contrastanti, male l'immobiliare, bene la produzione

I prezzi delle case sono sprofondati al minimo da 7 anni e i nuovi investimenti continuano a contrarsi. Il dato positivo è il miglioramento dei consumi interni, e c'è chi ipotizza un'accelerazione della crescita nel quarto trimestre. Lo yuan ha rotto la barriera psicologica dei 7 dollari


16/09/2022 13:14

di Elena Dal Maso - Class Editori

settimanale

Si sono ripetuti anche in agosto i segnali contrastanti sul trend dell'economia cinese e l'Ufficio nazionale di statistica cinese ha riconosciuto che l'economia del Paese deve affrontare maggiori difficoltà quest'anno rispetto agli anni precedenti a causa di crescenti complessità da risolvere internamente e all'estero.

Sul fronte interno, e in particolare quello immobiliare, agosto ha confermato il calo nei prezzi delle nuove case, segnando la diminuzione più elevata degli ultimi 7 anni. I prezzi medi delle nuove case in 70 grandi città sono scesi del 2,1% a livello annuale, dopo il calo dell'1,67% di luglio. Rispetto al mese precedente, i prezzi medi delle nuove case sono scesi per il dodicesimo mese consecutivo, dello 0,29% mese su mese, dopo il calo dello 0,11% m/m di luglio. Inoltre gli investimenti immobiliari si sono ridotti del 7,4% anno su anno tra gennaio e agosto, il valore più alto registrato in Cina da marzo 2020, allargando il calo del 6,4% registrato tra gennaio e luglio.

D'altra parte la produzione industriale e vendite sono risultate in crescita ad agosto. La produzione industriale è aumentata del 4,2% anno su anno, rispetto al consenso del mercato e al valore registrato a luglio del 3,8%, indicando il quarto mese consecutivo di aumenti.

L'ultimo dato ha anche segnato la crescita più forte da marzo, sostenuta da un'accelerazione sia della produzione manifatturiera che dei servizi pubblici favorita da segnali che la recente ondata di Covid potrebbe aver raggiunto il picco.

Il commercio al dettaglio sempre in Cina è aumentato del 5,4% su base annua, superando le stime di mercato del 3,5% e accelerando da una crescita del 2,7% un mese prima. Questo è stato il terzo mese consecutivo di aumento mentre i consumi si sono rafforzati in seguito all'ulteriore allentamento dei lockdown in diverse megalopoli del Paese. Considerando i primi otto mesi dell'anno, le vendite al dettaglio sono salite dello 0,5%.

Forse sulla base di questi elementi gli economisti di Deutsche Bank sostengono che l'impatto negativo dei focolai Covid registrati in Cina, insieme all'ondata di caldo che ha determinato interruzioni dell'energia elettrica, non è stato così grave quanto previsto.

Dopo il Congresso del Partito in ottobre, la banca si aspetta un maggior sostegno fiscale al Paese, prevedendo che la crescita del Pil nel quarto trimestre salirà al 4,5%, rispetto al 2,5% stimato nel terzo trimestre. Gli analisti, inoltre, stimano che la crescita del Pil della Cina ad agosto sia stata al 3,2% dal 2,6% di luglio, sostenuta da una modesta ripresa economica e da una base di comparazione bassa.

Sul fronte valutario, i solidi dati economici registrati ad agosto potrebbero contribuire a contenere il ribasso dello yuan, secondo Ken Cheung, chief Asian forex strategist di Mizuho Bank. Sia lo yuan offshore che quello onshore hanno rotto il livello psicologico di 7 rispetto al dollaro. (riproduzione riservata)


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