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Politica

Il viaggio di Mattarella in Cina esempio di un rapporto senza fretta

La diplomazia cinese ha particolarmente apprezzato l'attitudine del Presidente italiano di voler comprendere la civiltà cinese nelle sue diverse specificità non trascurando l’obiettivo primario dei rapporti tra Stati e cioè il commercio e gli affari in un’ottica di pragmatica cooperazione


18/11/2024 10:17

di Marco Leporati*

settimanale
Canton, Mattarella con il Segretario Provinciale del PCC Huang Kunming

La visita del Presidente Mattarella in Cina, visita che mutuando il titolo della affascinante mostra sui 700 anni dalla morte di Marco Polo appena conclusasi a Pechino, si potrebbe definire viaggio, si è caratterizzata per una molteplicità di aspetti che afferivano sia i rapporti diplomatici nella peculiarità della ricorrenza dei vent’anni della sottoscrizione del Partenariato strategico tra i due Paesi sia quelli geopolitici, economici e culturali.

In primo luogo la durata: in generale le visite istituzionali vengono racchiuse in pochissimi giorni, ancorchè si dispieghino in più luoghi; quella del nostro Presidente ha avuto una durata di sei giorni essendo iniziata a Pechino e terminata a Canton con una tappa intermedia ad Hangzhou.

Il primo elemento positivo è stato il tempo che ha sempre rappresentato l’essenza, talvolta estenuante, delle relazioni tra il popolo cinese e i visitatori foresti cui si aggiungeva l’attesa. Esempio indiscutibile è stata proprio la figura di Marco Polo che ha trascorso in Cina  circa vent’anni nei due viaggi della conoscenza e due secoli dopo il gesuita Matteo Ricci che  ne ha trascorsi ben trenta, entrambi con la caparbietà di chi vuole la più profonda comprensione dell’altro.

L’assenza della fretta praticata dal Presidente Mattarella è stata molto gradita dall’ambiente cinese, come risulta dalla stampa e da altre autorevoli fonti, quale dimostrazione del voler comprendere la civiltà cinese  nelle sue diverse specificità non trascurando l’obiettivo primario dei rapporti tra Stati e cioè il commercio e gli affari in un’ottica di pragmatica cooperazione in diverse aree quali l’innovazione, tecnologia ed ambiente.

In tutti i suoi interventi il Presidente Mattarella ha sempre enfatizzato alcune parole chiave: curiosità e rispetto reciproco che  diventano presupposti nelle relazioni economiche con parità di condizioni e conseguente rimozione degli ostacoli in un’ottica di reciproca cooperazione.

La visita è stata ben distribuita anche con l’attento ed efficiente supporto della nostra Ambasciata e delle circoscrizioni consolari di Shanghai e Canton con una ricchezza di temi trattati che non si era vista in precedenza nelle visite di Capi di Stato o Primi Ministri italiani.

Ad Hangzhou, città descritta nel Milione di Marco Polo ed ubicata nella provincia “del Chinsai che – diceva la regina – ha un perimetro di circa duecento miglia. Da un lato ha un grande lago, dall’altra un grande fiume che si dirama dentro e fuori la città che possiede moltissimi ponti, tutti molto belli”, il Presidente Mattarella si è soffermato sul ruolo che Marco Polo aveva avuto e l’inaugurazione della mostra The perfect Path in collaborazione con la Biennale di Venezia nonché le visite a luoghi iconici quali il Cimitero dei Missionari cattolici ed il Tempio buddista di Lingyn hanno disvelato la stretta relazione tra il nostro Paese e la Cina.

L’incontro poi con la comunità italiana della circoscrizione Consolare di Shanghai ha immediatamente rinsaldato quel rapporto cordiale, di relazioni e di dialogo menzionato più volte dal Presidente.

Un elemento di freschezza e di speranza per il futuro è stata la presenza  di quarantacinque giovani universitari italiani impegnati in questo momento  in uno scambio didattico presso la Xian Jaotong-Liverpool University di Suzhou. Questo elemento di novità è stato ribadito il giorno successivo a Canton dove l’incontro era incentrato sull’economia e, durante la presentazione di attività di successo, sono stati evidenziati i vincoli burocratici da ridurre in futuro per cogliere  le opportunità che ancora il mercato cinese può offrire al nostro Paese.

Infatti, dagli interventi esposti da Lorenzo Riccardi, Presidente della Camera di Commercio Italiana in Cina, da Valtero Canepa di Bracco, da Gianni Di Giovanni di Eni e di Alessandro Barin di FuturaSun sono emersi da un lato i successi imprenditoriali e le ombre che ancora sono presenti in relazione al contesto internazionale nel quale l’Italia deve confrontarsi con gli altri players mondiali.

Tutto ciò con una positività di base che ci spinge ad andare avanti in questa avventura come, con più rischi dell’ignoto, aveva insistito Marco Polo. Ben s’attaglia il detto confuciano “ Leggi 10.000 libri e percorri 10.000 miglia” a simboleggiare il raccordo tra teoria e pratica nell’universo millenario cinese. (riproduzione riservata)

*presidente di Savino del Bene Shanghai Co. Vive e lavora a Shanghai da 30 anni


 


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