La Cina è sulla buona strada per superare gli Stati Uniti e affermarsi come la maggiore potenza economica mondiale entro il 2030. I Paesi asiatici stanno continuando a evolvere verso modelli di business trainati dai consumi e dalla tecnologia, innovazioni che attualmente offrono le migliori opportunità di investimento. In particolare, nel post-Covid, tra i consumatori locali hanno assunto una rilevanza maggiore i beni di lusso e il 2021 sembra segnerà il giro di boa della crisi grazie alla crescita della classe media emergente, che aprirà la strada per liberare i risparmi accumulati nell’ultimo anno.
La ricerca di consumi aspirazionali nelle economie emergenti, soprattutto asiatiche, è uno dei mega-trend globali dell’industria. I cambiamenti demografici e di stile di vita spiccano tra i Millennials e la Generation Z, ma anche tra le generazioni più anziane che possono dedicare una fetta maggiore del loro reddito alla spesa di lusso. «I 400 milioni di donne cinesi di età compresa tra i 20 e i 60 anni stanno diventando una forza economica sempre più potente e si stima che guidino 1,5 mila miliardi di dollari di spesa annuale per i consumi», ha spiegato Swetha Ramachandran, investment manager del Gam luxury brands fund, durante un webinar organizzato dalla società sul tema del lusso e dei mercati asiatici.
Attualmente, ha illustrato l’esperta, la Cina rappresenta il 35% del consumo luxury globale ed e` responsabile del 90% della sua crescita, mentre il Giappone e altri Paesi asiatici rappresentano il 21% della quota di mercato e il 20% della crescita. Il settore continua inoltre ad attrarre nuovi consumatori, con la generazione dei Baby Boomers che sta abbracciando la spesa online e il crescente consumismo cinese oltre le città Tier 1 e 2. «I Millennials cinesi sono i maggiori consumatori globali per le griffe grazie agli alti livelli di reddito disponibile e di spesa discrezionale. La formazione della classe media e` fondamentale perché lo sviluppo del settore continui al suo ritmo pre-pandemia», ha proseguito Ramachandran. «A incidere sulla domanda di lusso e a sostenere il comparto è inoltre la crescente enfasi sulla sostenibilità e il focus sul comprare meno ma meglio».
L’anno in corso, secondo le stime di Gam, dovrebbe segnare la fine della crisi poiché la riapertura economica in tutto il mondo ha portato alla liberazione di una domanda repressa, come si è visto prima in Cina e poi negli Usa, sostenuta dall’eccesso di risparmio delle famiglie. Molte società si stanno sforzando di diventare più agili attraverso l’adozione di tecnologie all’avanguardia, come per esempio la recente creazione dell’Aura Blockchain Consortium che coinvolge Lvmh, Prada e Cartier e che potrebbe aprire la strada a ulteriori iniziative. Il lusso si trova dunque in una posizione ideale per sfruttare la crescita guidata dai mercati emergenti con un costo del capitale da mercato sviluppato.
«L’azionario asiatico ha sovraperformato nel 2020 grazie al buon controllo della pandemia e alla rapida ripresa economica. Quest’anno i mercati asiatici sono sostenuti da un miglioramento dei fondamentali e da un forte allentamento fiscale», ha concluso Jian Shi Cortesi, investment director azionario asiatico di Gam. «Abbiamo già visto una ripresa a forma di V in Cina e in alcuni altri mercati del continente e gli economisti hanno aggiornato le stime di crescita economica del Paese al 9% per quest’anno». (riproduzione riservata)