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Politica

Il rilancio dei consumi interni obiettivo della Cina per il 2025

A Pechino si apre una settimana importante per le scelte di politica economica del prossimo anno, in cui si prospetta una crescita più debole che nel 2024, mentre la crisi immobiliare continua a non trovare soluzioni. Attesa per un nuovo taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale


09/12/2024 12:51

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale
Li Qiang, primo ministro cinese

I leader cinesi si sono impegnati ad adottare misure fiscali "più proattive" e una politica monetaria "moderatamente" più accomodante l'anno prossimo per rilanciare i consumi interni, secondo il resoconto ufficiale di una riunione politica chiave che ha delineato le prossime priorità economiche.

Il Politburo, organo decisionale di primo piano guidato dal Presidente Xi Jinping, ha dichiarato che stabilizzerà i mercati immobiliari e azionari, rafforzando al contempo l'aggiustamento "anticiclico non convenzionale", riferisce il Partito Comunista in un comunicato. L'incontro di alto profilo prepara la scena per l'annuale Central Economic Work Conference, appuntamento chiave che dovrebbe svolgersi tra l'11 e il 12 dicembre. Durante entrambi gli incontri, i massimi responsabili politici si riuniscono per esaminare i risultati economici e l'attuazione delle politiche nell'anno in corso, stabilendo al contempo le priorità per quello successivo.

L'amministrazione centrale cinese discuterà anche l'obiettivo di crescita e il budget per il 2025, in parte per dare indicazioni ai governi locali sulla definizione dei propri obiettivi in vista della sessione annuale del Parlamento all'inizio del prossimo anno. Anche se i dettagli non saranno annunciati prima di marzo, si prevede che Pechino manterrà l'obiettivo di crescita del pil per il prossimo anno "intorno al 5%", lo stesso livello fissato per l'anno in corso, se non leggermente inferiore.

Sebbene l'economia cinese sia sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo di crescita di quest'anno, è ancora alle prese con una prolungata flessione del settore immobiliare, con consumi interni fiacchi e con una potenziale escalation delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti, mentre il presidente eletto Donald Trump si prepara a tornare alla Casa Bianca a gennaio.

La debolezza dei consumi è confermata dall'indice dei prezzi al consumo che è aumentato dello 0,2% su base annua a novembre, più lentamente rispetto all'espansione dello 0,3% del mese precedente, secondo i dati dell'Ufficio nazionale di statistica. La lettura è inferiore al consenso degli economisti che si aspettavano un incremento dello 0,5% a/a. I prezzi di cibo, tabacco e alcol sono aumentati dello 0,9% su base annua a novembre, incidendo sull'inflazione complessiva per circa 0,26 punti percentuali. Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,6% a novembre, un calo maggiore rispetto a quello dello 0,3% di ottobre. I prezzi di cibo, tabacco e alcolici sono scesi dell'1,7% rispetto al mese precedente, con un'incidenza sul dato complessivo di circa 0,48 punti percentuali.

La lettura inaspettatamente debole dell'inflazione cinese di novembre «conferma ulteriormente la nostra opinione che c'è ancora molto spazio per un allentamento della politica monetaria nei mesi a venire», affermano gli economisti di Ing. «I mercati hanno discusso della possibilità di un imminente taglio del coefficiente di riserva obbligatoria delle banche, che è certamente sul tavolo, ma i dati sull'inflazione mostrano che c'è la possibilità di abbinare un taglio dell'Rrr a un'ulteriore riduzione dei tassi d'interesse. Ci aspettiamo un taglio dei tassi di 30 punti base e un taglio deell'Rrr di 100 pb prima della fine del 2025», puntualizzano gli economisti. (riproduzione riservata)


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