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Politica

Shanghai sotto la scure del lockdown totale resiste ma trema

La curva dei contagi da coronavirus si inarca sempre di più verso l’alto e le autorità stanno decidendo di prolungare il lockdown almeno di sette giorni con una opzione di altri sette. La durata delle chiusure sta riducendo la disponibilità alimentare


04/04/2022 12:26

di Marco Leporati*

settimanale
Strade bloccate al transito a Shanghai

Archiviato il Summit EU-Cina, peraltro senza alcun risultato per la controparte europea così come era avvenuto qualche settimana fa con il vertice USA-Cina, in questi giorni che dovrebbero essere quelli del Ching Ming Festival, una ricorrenza familiare dedicata ai defunti, la Cina con il cluster di Shanghai in caduta libera da Covid sta decidendo il che fare. Nelle ultime due settimane, infatti, si è passati da duecento casi asintomatici a 8.581 di ieri con 425 positivi al Covid.

Le proiezioni di decrescita dei casi ai primi giorni di aprile pronosticate nello studio elaborato dall’Università di Lanzhou non si sono al momento concretizzate. La curva si inarca sempre di più verso l’alto e le autorità stanno decidendo di prolungare il lockdown almeno di sette giorni con una opzione di altri sette.

Nella giornata di ieri dominava il silenzio rotto talvolta solo dal gorgogliare delle tortore e dal cinguettio dei passeri; la sera precedente era giunta comunicazione che il mass testing previsto per il giorno successivo era stato procastinato e tutti i residenti dei sedici distretti di Shanghai che, dopo la visita del Vice Premier Sun Chunlan, arrivata da Jilin, un altro centro nevralgico con 4.455 nuovi casi, si attendevano le decisioni che hanno portato all’esecuzione del test RAT (Rapid Antigen Test) per 25 milioni di abitanti.

Infatti il pomeriggio domenicale è stato dedicato a questo test distribuito dai volontari nei diversi compound. Da oggi duemila militari e diecimila medici e paramedici sempre militari sono arrivati nella città per un supporto logistico e sanitario.

A questo proposito e in linea con le direttive del Governo centrale, Wu Qianyun, uno dei responsabili senior della Shanghai Health Commission, ha ribadito che «in questi giorni stiamo spingendo per un nuovo round di PCR che ha come obiettivo quello di eradicare i punti di trasmissione ad alto rischio del virus tagliandone la catena e fermandone la diffusione. Stiamo cercando di conseguire la Dynamic zero covid».

Potrebbe rientrare in questo nuovo corso l’approvazione di ieri di test clinici di nuovi vaccini che utilizzano il processo mRNA: CanSino Biologics e CSPC Pharmaceutical hanno ottenuto l’esito positivo da parte di NMPA (National Medical Products of China) come tentativo risolutorio da un lato ed indipendenza dall’altro da quello della Pfeizer Biontech, approvato nella primavera dello scorso anno.

Intanto a Shanghai l’economia langue; nelle diverse infografiche si vede il porto di Shanghai come se avesse paradossalmente acquisito la fisionomia di uno sciame navale e Vessel Value, uno dei principali provider di informazioni navali, stima questa occlusione con circa trecento navi in rada in attesa di attraccare con tutti gli equipaggi soggetti a test PCR. Alcuni sostengono invece che la maggior parte di queste siano navi dry bulk, tanks per combustibile e gasiere.

Domani sarebbe l’ultimo giorno di vacanza in Cina e dopo come si avvieranno le attività? È sufficiente compiacersi dei dati delle vendite della Tesla che nel primo trimestre ha conseguito con 310.000 auto una crescita del 68% rispetto allo stesso periodo del 2021 considerando che negli ultimi dieci giorni è stata costretta a sospendere la produzione?

Oppure dei risultati del settore del Lusso che nello scorso ha totalizzato 74 miliardi di dollari di ricavi e che «la domanda dei beni di lusso è ancora molto alta ed i consumatori cinesi continuano a giocare un ruolo importante in questo mercato», come ha dichiarato Michael Cheng, advisor di Pwc di Hong Kong?

È vero che le aree coinvolte dal coronavirus sono limitate e tante città di seconda e terza fascia offrono ancora gli stimoli per lo shopping. La Shanghai deserta no. Le consegne non funzionano e quindi si sta assistendo ad una sorta di sospensione esistenziale correlata a tre criticità: la persistente durata del lockdown sta riducendo la disponibilità alimentare; sebbene camion di frutta e verdura stiano arrivando da altre province per essere distribuite nei diversi compound dai gruppi di volontari non sono sufficienti per una città di 25 milioni di abitanti.

Le cure sanitarie per malati di tumore che richiedono trattamenti chemioterapici o per coloro che necessitano di dialisi; pare che adesso gli ospedali accettino questi pazienti.

Infine con la città vuota le attività sono ferme e il Governo municipale di Shanghai ha varato e messo a disposizione 22 miliardi di dollari per incentivi, rimborsi IVA e dilazione di pagamento delle imposte per dare un aiuto soprattutto alle società con fatturati inferiori ai 100 mila euro fino a 500 mila euro.

Infatti, se l’economia e la finanza, ovvero le due colonne d’Ercole di Shanghai che sostengono anche le ricche province ad alta intensità manufatturiera del Jangsu e dello Zheijiang, ne risentono pesantamente in questo inizio di aprile, corrispettivamente trasporti e servizi ne usciranno azzoppati.

Vi sono pure i segnali che la nuova variante XE, frutto del connubio dei due precedenti Omicron e manifestatasi in Gran Bretagna e Belgio, stia facendo capolino nella città di Suzhou, a poche decine di chilometri da Shanghai.

«Persistenza è vittoria» ma l’incertezza regna, tanto che «i nostri concittadini si erano messi al passo, si erano adattati, come si suol dire, perché non c’era modo di fare altrimenti. Avevano ancora, certo, le sembianze della tragedia e della sofferenza...» (A. Camus, La peste, pag. 194). (riproduzione riservata)

*managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni


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