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Dentons Italia si rafforza sull'Asia e apre il desk Sud Corea

Lo practice italiana dello studio sino-americano, presente in Cina con oltre 5 mila avvocati, ha strappato alla concorrenza l'avvocato Soo-Youn Kim, che guiderà lo Europe South Korea Desk. C'è un forte interesse anche di aziende coreane e viceversa in strategici come quello automobilistico, dei prodotti industriali, dei beni di consumo, ma anche nel Life Science e nell'Energy


17/09/2019 18:00

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

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Federico Sutti, managing partner di Dentons Italia

Lo studio legale sino-americano Dentons, la cui practice italiana forte di 120 professionisti, è stata costituita a Milano da Federico Sutti nle 2015,  si rafforza ulteriormente con l'apertura dello Europe South Korea Desk a seguito dell'ingresso dell'avvocato Soo-Youn Kim in qualita' di partner della practice di Corporate M&A presso l'ufficio di Milano.

Soo-Youn Kim coordinera' l'attivita' di assistenza legale ai clienti madrelingua coreani in Europa e in Asia Centrale, con l'obiettivo di incrementare e rafforzare le relazioni con le principali societa', le istituzioni finanziarie e gli investitori coreani.

L'avvocato Kim, che arriva in Dentons da Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners ove era membro del Korean Desk, e' abilitata alla professione forense sia in Italia che nel Regno Unito e, ricorda la nota, vanta una significativa esperienza internazionale; ha, infatti, lavorato per lo studio Pinsent Masons LLP a Londra e Dubai, ed e' stata per diversi anni In-house Counsel presso LG Electronics U.K. Ltd.

«Stiamo assistendo ad un crescente interesse da parte degli investitori coreani, che hanno recentemente acquisito diversi immobili in Europa continentale. C'è un forte interesse anche in altri settori strategici come quello automobilistico, dei prodotti industriali, dei beni di consumo, ma anche nel Life Science e nell'Energy», ha spiegato Soo-Youn Kim.  «Sono entusiasta di poter iniziare a collaborare con i colleghi di Dentons di tutta Europa per soddisfare le esigenze dei clienti coreani».

L'avvocato Kim presta assistenza in materia di diritto societario e commerciale e in relazione ad operazioni di M&A, investimenti esteri, Real Estate in Italia e piu' ampiamente in Europa. Assiste inoltre i clienti nella risoluzione di controversie e nel contesto di arbitrati internazionali.

«Dentons ha gia un significativo track record nell'assistenza a clienti coreani in Europa e in Asia Centrale. Inoltre, ha recentemente annunciato l'intenzione di unirsi allo studio legale sudcoreano Lee International», ha aggiunto Tomasz Dabrowski, Ceo di Dentons Europe. «Con l'ingresso di Soo-Youn, Dentons potra contare su un posizionamento privilegiato nel mercato legale sia per gli investitori coreani in Europa che per gli investitori europei in Corea del Sud».

«La presenza di investitori coreani in Italia e già significativa non solo nel settore industriale, ma anche negli investimenti finanziari a lungo termine e l'obiettivo e pertanto quello di posizionarci come lo studio di riferimento per gli investitori coreani nel mercato italiano,» ha concluso Federico Sutti, managing partner di Dentons in Italia.

Dentons è lo studio legale più grande al mondo, nato dall’alleanza tra uno dei maggiori studi americani e un grande network cinese, forte nell’ex Celeste impero di 5.100 avvocati presenti in una cinquantina delle maggiori città, in grado di assicurare l’assistenza legale più capillare al mondo del business. 

Facendo leva anche sul network cinese e nei paesi della Belt&Road, Dentons  è tra gli studi italiani più attivi nei rapporti delle aziende italiane con i mercati asiatici, rapporti seguiti soprattutto dal desk Cina, coordinato dall’avvocato Junyi Bai, con l’appoggio a Roma di Claudio Giammarino.

Tra l'altro, anche a seguito della firma dell'Mou sulla Belt&Road tra Cina e Italia, nel marzo scorso, l'attività anche legale sulle due sponde è in crescita.

«L’Mou non ha infatti solo un valore simbolico, ma ha anche e soprattutto un significato strategico e di pianificazione, e questo può condizionare in modo determinate la scelta da parte delle società cinesi di investire in un paese al posto di un altro. Considerato che il concetto di Belt & Road si è ampliato nel tempo, e che oggi è diventato un cappello che copre attività di scambio in senso più esteso, vi sono diversi progetti di interesse in corso», ha commentato Junyi Bai.


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